A liberazione avvenuta si arruola in
polizia per congedarsene dopo breve tempo. Sua era la frase: "Anche un poliziotto può diventare
anarchico, ma un anarchico non può mai trasformarsi in poliziotto".
Trova lavoro alle Ferriere FIAT, la
fabbrica dove vi era un consistente numero di anarchici durante il fascismo e
la resistenza. Si avvicina al movimento libertario divenendone un attivissimo
propagandista. In fabbrica si dedica alla lotta anarco-sindacalista
diventandone un acceso sostenitore contribuendo alla rinascita dell'USI. Acerrimo
avversario della CGIL, si scontra in fabbrica con l'egemonia staliniana
(raccontava di essere scampato a una raffica di mitra sparatagli alle spalle
all'interno di un reparto) e nel movimento con gli anarchici favorevoli
all'entrismo nel sindacato ormai dominato dai comunisti, con cui entrerà in
annose polemiche.
Il 68 apre una nuova stagione della vita
di Luigi, numerosi giovani si avvicinano alle idee anarchiche e lui diventa un
importante punto di riferimento torinese. A differenza di altri vecchi
compagni, anche se con un glorioso passato ormai piegati dalle disillusioni e
dall'isolamento politico in cui erano stati relegati, Luigi ama stare con i
ragazzi (i masnà, come li chiamava in piemontese), partecipa alle loro
iniziative, discute con loro giorno e notte, li riempie di giornali opuscoli
libri, li porta a mangiare a casa sua dove la sua compagna, Adele, li colma di
attenzioni e, quando sono senza quattrini, compra loro le sigarette. Non è un
teorico né un intellettuale, solo un semplice operaio autodidatta dotato di una
profonda conoscenza delle idee e della storia dell'anarchismo, ma riesce lo
stesso ad insegnare nel senso più profondo del termine, trasmettendo dei valori
e una grande determinazione nella loro difesa.
Partecipa alle attività del circolo anarchico
di via Ravenna di Torino, ma la sua attività più nota è quella di propagandista
portando al massimo lo spirito di pratica dell’autodidatta. Compra un
ciclostile e comincia a stampare in proprio a casa sua, prima decine e poi
centinaia fra opuscoli, libri, e manifesti, dedicando la questa attività e ore
libere dal lavoro e quelle strappate al riposo. Comincia così a manifestare uno
degli esempi di autoproduzione, coadiuvato soltanto dalla compagna Adele.
Sviluppa uno stile grafico
personalissimo ed inconfondibile arrivando a collages che non hanno bisogno di
didascalie. In molti abbiamo amato l’opera caotica molto nera, povera e naif di
Luigi, così come abbiamo amato la grafica e l’impaginazione poverissima, severa
ma felice di Franco Leggio e la sua Fiaccola espressione di una personalità più
vasta di anarchico. Molti libertari ed anarchici, non solo torinesi, hanno
potuto leggere l’introvabile Stirner, e non solo lui, grazie alle ristampe di
Luigi degli anni ’70.
Si lascia un po’ di tempo libero per
andare a funghi, tornare alla montagna. Lo ricordo ancora la mattina presto.
verso le sei e trenta, col suo zainetto sulle spalle alla stazione di Porta
Nuova che va a prendere il treno per
recarsi in montagna, prendendomi in giro col suo invito ad andare con lui,
sapendo che non potevo perché avevo appena iniziato il mio turno di lavoro.
In città tutti lo conoscevano e lo
stimavano. Ogni occasione era buona per propagandare le idee anarchiche, non
solo con la stampa ma soprattutto con la parola: se anche casualmente
incontrava qualcuno disposto al dialogo, persino nemici o avversari (fascisti e
comunisti) intavolava lunghe e vivaci discussioni sull'anarchia, sulle infamie
del capitalismo, dei regimi dittatoriali di destra e di sinistra, della chiesa
e del militarismo. Insieme ad Adele partecipava ad ogni iniziativa,
manifestazione, meeting congresso o convegno in cui gli anarchici si
ritrovavano, sempre carico dei suoi materiali di propaganda.
La morte di Adele, avvenuta nei primi
anni Novanta, chiude la fase della sua esistenza militante, pur restando sempre
anarchico sino alla fine. Cede la sua biblioteca all'Anarkiviu "Tommaso
Serra", smette di diffondere i suoi opuscoletti, dedicandosi unicamente
alla ritrovata passione giovanile per il ballo.
Abbiamo amato lo stile di Luigi che
sapeva porgere l’anarchia con la mitezza del suo sguardo, con la parola, con lo
scritto, con la grafica, ma soprattutto con la migliore e più comunicativa
propaganda del fatto: la sua vita; facendo desiderare, al di là dell’opera, di
vivere anche noi 10, 100, 1000 vite come la sua.
Il 22 novembre 2008 Luigi se ne è
andato. Il suo corpo è stato cremato al cimitero monumentale di Torino. Ad
accompagnarlo nell'ultimo viaggio diverse bandiere rossonere, portate da
compagni di tutte le età.