È la consapevolezza che gli esseri umani
possono vivere in libertà attraverso la definizione di un sistema di relazioni
sociali anti-autoritarie, in cui lo svolgimento delle attività umane, dalle più
semplici alle più complesse, avviene in modo che ognuno, all'interno di libere
assemblee, abbia la possibilità di perseguire la propria felicità, senza subire
le prevaricazioni altrui.
È l'estensione della possibilità a
tutti, la massima decentralizzazione, la fine dei privilegi.
I suoi detrattori parlano di caos perché
ritengono impossibile vivere senza le regole dettate da un'organizzazione
sociale gerarchica, mentre l'anarchia altro non è che la libertà organizzata,
una ricerca permanente dell'armonia tra responsabilità e libertà, tra individuo
e società.
Tutto questo può sembrare un'utopia, e
certamente lo è; ma, come diceva Eduardo Galeano, "l'utopia è come l'orizzonte: mi avvicino di due passi e lui si
allontana di due passi, cammino per dieci passi e l'orizzonte si sposta di
dieci passi più in là; per quanto io cammini, non lo raggiungerò mai. A cosa
serve allora l'utopia? Serve proprio a questo: a camminare". E
l'anarchia serve proprio a promuovere le idee, a risvegliare le coscienze, a
stimolare l'azione.
Sicuramente non vedremo mai realizzato
il sogno di una società anarchica, ma ciò non toglie il fatto di provarci, di
costruirele basi per la sua nascita. In fondo tutta la storia dell'umanità non
è altro che il tentativo di realizzare l'utopia.
L'anarchia non è un'illusione, si tratta
piuttosto di un sogno non ancora realizzato, ma non irrealizzabile; solo chi
non rinuncia sognare ha la certezza di andare avanti in qualche modo.
"Quando
a sognare è uno solo non è altro che un sogno; quando a sognare sono in tanti è l'inizio della realtà".