..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione
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domenica 14 agosto 2016
La guerra civile spagnola
Nel febbraio 1936 il Fronte
Popolare (le sinistre unite) vince le elezioni, sconfiggendo la destra,ed
in Spagna si intensificano le agitazioni popolari; i fittavoli cessano di
pagare gli affitti, ibraccianti
occupano e lavorano la terre, i ferrovieri scendono
in massa in sciopero. I capi militaricapiscono
che la vittoria delle sinistre non può soddisfare le attese del popolo
spagnolo, che inbuona
parte punta non ad un semplice cambiamento di governo, ma ad una profonda
rivoluzionesociale.
Oltre mezzo secolo di propaganda e di lotte anarchiche ed anarco-sindacaliste
hannolasciato
un segno profondo nella vita politica spagnola e l’influenza fra gli sfruttati
dellaConfederacion
Nacional del Trabajo (C.N.T.), la grande organizzazione
anarco-sindacalista, èestesa
in tutta la Spagna e soprattutto in Catalogna. Nel luglio 1936 a questi
prodromi dirivoluzione,
i capi militari, sotto il comando del colonnello Francisco Franco, rispondono
con uncolpo
di stato. La risposta spontanea del popolo spagnolo è
immediata. Ad eccezione di Siviglia,nelle
maggior parte delle grandi città, a Madrid, a Barcellona, a Valenza
soprattutto, il popoloprende
l’offensiva, assedia le caserme, erige barricate nelle vie, occupa i punti
strategici. Il golpemilitare
viene così sconfitto sul nascere in oltre metà della Spagna. In molte località
l’autogestionecontadina
ed operaia prende corpo immediatamente, sostituisce le “autorità ufficiali” e
coordina lavita
sociale e la lotta antifranchista. Onnipresente
l’organizzazione della C.N.T. che ispirava ecollegava
dovunque i diversi comitati di base.La
caratteristica più notevole della RivoluzioneSpagnola
fu proprio la grande diffusione raggiunta dagli esperimenti e dalle
realizzazionidell’autogestione,
tanto nei piccoli villaggi di campagna quanto nei
grossi centri industriali comeBarcellona. Per più di quattro mesi le industrie di
Barcellona, su cui sventolava la bandiera rosso-nera della C.N.T., furono
gestite dai lavoratori raggruppati in comitati rivoluzionari,
senza aiuto ointerferenza
dallo stato, prima che il governo, riorganizzatosi, cominciasse ad occuparsene.
Anchela
rete dei trasporti pubblici venne autogestita dai lavoratori, in maggioranza
aderenti allaC.N.T..Dopo
lo slancio dei primi mesi, però, la rivoluzione si
fermò o retrocedette, in proporzioneinversa
con il rafforzamento del governo repubblicano di coalizione antifascista, via
via sempre piùdominato
dal P.C., che andava acquistando maggiore consistenza e potere, grazie alla sua
politicamoderata
(che attirava nelle sue file bottegai, i piccoli e medi proprietari, i
professionisti, iburocrati)
ed gli aiuti russi.
Lo scontro fra il moderatismo
e la logica di potere dei comunisti da un lato e la rivoluzionelibertaria
degli anarchici dall’altro, era facilmente
prevedibile. Nonostante la volontà deglianarchici
di evitare fratture nel fronte antifascista, le provocazioni dei comunisti e
dei loro alleatipiccolo
borghesi (ad esempio il generale comunista Lister si diede a devastare con le sue truppe lecollettività
agricole libertarie dell’Aragona; a Barcellona la polizia controllata dai
comunisti assaltòla
sede dei telefoni autogestita dalla C.N.T.; agenti della polizia segreta
comunista assassinaronol’anarchico
italiano Camillo Berneri.) condussero necessariamente
a scontri sempre più aperti eviolenti.
La situazione militare, da posizioni iniziali (luglio 36) di quasi equilibrio,
in terminiterritoriali,
tra fascisti e repubblicani, andò lentamente ma continuamente deteriorandosi el’avanzata delle truppe di Franco continuò inesorabile,
grazie ai massicci aiuti in armi e uomini diHitler
e Mussolini. I paesi baschi caddero nel giugno del 37; l’Aragona nell’aprile
del 38; laCatalogna
nel gennaio del 39, Madrid nel marzo del 39.