Sin da quando era anarchica, Anna
Kuliscioff diede grande importanza alla causa della discriminazione della
donna. D'altronde, il logoramento del rapporto con Andrea Costa fu ingenerato
proprio dalla gelosia del compagno (Anna aveva un buon rapporto con Carlo
Cafiero e Costa ne era molto geloso), che mal tollerava la sua emancipazione.
Ciò fu causa di numerosi conflitti che poi portarono alla separazione della
coppia. Alla gelosia di Costa e alla tendenza degli uomini a vedere la propria
donna come un oggetto di loro proprietà, Anna risponde così: «Io alla fine vedo una cosa: agli uomini come
sempre è permesso tutto, la donna deve essere di loro proprietà. La frase è
vecchia, banale, ma ha le sue ragioni d’essere e l’avrà chissà per quanto tempo
ancora».

Quando all'inizio del novecento si
sviluppa un dibattito intorno alla richiesta di estendere il diritto di voto a
tutti gli uomini, l'ex-anarchica si batte per estenderlo anche alle donne. E
quando il compagno Turati difende la posizione dei socialisti perché «la ancora
pigra coscienza politica di classe delle masse proletarie femminili», Anna
replica su Critica sociale: «Direte,
nella propaganda, che agli analfabeti spettano i diritti politici perché sono
anch'essi produttori. Forse le donne non sono operaie, contadine, impiegate,
ogni giorno più numerose? Non equivale, almeno, al servizio militare, la
funzione e il sacrificio materno, che da’ i figli all’esercito e all’officina?
Le imposte, i dazi di consumo forse son pagati dai soli maschi? Quali degli
argomenti, che valgono pel suffragio maschile, non potrebbero invocarsi per il
suffragio femminile?».
Il 7 gennaio del 1912 Anna Kuliscioff
fonda la rivista bimestrale «La Difesa delle Lavoratrici», che dirigerà per due
anni insieme a Carlotta Clerici, Linda Malnati e Angelica Balabanoff.
Anna Kuliscioff muore il 29 dicembre 1925 a Milano. Durante il funerale alcuni fascisti si scagliarono contro le carrozze del corteo funebre che si dirigeva verso il Cimitero Monumentale di Milano.
Anna Kuliscioff muore il 29 dicembre 1925 a Milano. Durante il funerale alcuni fascisti si scagliarono contro le carrozze del corteo funebre che si dirigeva verso il Cimitero Monumentale di Milano.