Io fondato la
mia causa su nulla. Che cosa non deve essere mai la mia causa! Innanzi tutto la
buona causa, poi la causa di Dio, la causa dell'umanità, della verità, della
libertà, della filantropia, della giustizia; inoltre la causa del mio popolo,
del mio principe, della mia patria; infine, addirittura la causa dello spirito
e mille altre cause ancora. Soltanto la mia causa non deve essere mai la mia
causa. "Che vergogna l'egoista che pensa soltanto a se". Il divino è
la causa di Dio, l'umano la causa dell'uomo. La mia causa non è né il divino né
l'umano, non è ciò che è vero, buono, giusto, libero, ecc., bensì solo ciò che
è mio, e non è un causa generale, ma unica, così come io stesso sono unico. Non
c'è nulla che mi importi più di me stesso.
l'Unico a parer
suo, non può essere oggetto di pensiero. L'Unico non è un fatto, ma un fare, un
creare, un prodursi, un farsi. L'Io stirneriano è puro divenire e il divenire
come tale è inintelligibile. La sola comprensione che possiamo averne è quella
che emerge quando il soggetto che pensa si sia identificato con il suo stesso
pensiero. Ma come abbiamo visto, il pensiero che pensa non è definibile se non
mediante altro pensiero.
Poichè anche
l'Unico è fondato su nulla ed è Unico perché la piena e definitiva
consapevolezza di essere non fondato, allora l'Unico è pure, per intrinseca
definizione, un non-centro. Esso non rivendica di essere il centro assoluto, ma
un centro. Certo, in questo centro egli è assoluto, ma assoluto nella sua
esistenza, cioè nella sua unicità-fattualità, per cui egli è l'Unico di se
stesso mentre è nulla di ogni altro. Ne deriva che tutti sono unici,
ma se tutti sono unici viene meno ogni dimensione assolutizzante.