Il TAV non è solo una grande opera
inutile e devastante da un punto di vista ambientale e imposta con la violenza
contro una intera comunità, ma rappresenta la scelta di investire nell’ottica
speculativa che danneggia la salute.
Una politica sciagurata negli anni si è
concentrata sulla riduzione della spesa sanitaria, con tagli al personale, ai
servizi e chiusura di ospedali, che ha prodotto danni devastanti.
Le strutture sono al collasso, medici e
infermieri sfruttati e sottoposti a ritmi inaccettabili, le persone abbandonate
a se stesse in balie di lunge liste di attesa e di impossibilità di curarsi, i
non autosufficienti bambini ed anziani penalizzati dal blocco degli assegni di
cura, dalla riduzione dei posti di letto, dall’inadeguatezza dei ricoveri di
secondo livello e lunga degenza.
Il servizio sanitario nazionale sta
pagando un prezzo altissimo.
Oltre dieci milioni di cittadini restano
fuori dal sistema sanitario perché non sono in grado di pagare ticket e medicine.
La prevenzione e la riabilitazione sono
ormai in mano alle assicurazioni e agli imprenditori, l’acceso e la qualità dei
servizi cala con l’ingresso dei privati.
Quello che di pubblico è rimasto è
minacciato dalla corruzione, dalla politica degli appalti e dalle esternalizzazioni
causa di sprechi e di disservizi.
Se si investono centinaia di milioni di
euro per realizzare la linea ad alta velocità in Val Susa, diventerà
impossibile che lo Stato metta a disposizione, in una fase di ristrettezze
finanziarie, le risorse necessarie a mantenere una sanità pubblica gratuita e
di buona qualità come gli altri servizi sociali, trasporti, scuola.
È necessario continuare e lottare contro
il TAV ed opporsi ai tagli, stare vicino ai compagni NO TAV criminalizzati e
colpiti dalla repressione con condanne a centinaia di anni di carcere,
risarcimenti milionari e infondate accuse di terrorismo
La salute non è una merce, non è barattabile con un treno ad alta
velocità.