Una risposta determinata che
conferma la combattività dei gilet in questo 2019 a partire anche dalla
consapevolezza che il rapporto di forza con governo regge fintanto che regge la
capacità mobilitativa e la continuità delle strutture di base: presidi e
assemblee. Una dinamica bene esemplificata dalla conferenza stampa del
portavoce del governo Benjamin Griveuax il quale ha provato a mettere alle
strette la protesta dichiarando che “ciò che resta dei gilets gialli è in mano
agli agitatori che vogliono rovesciare il governo”. Una sfida al movimento, il
quale certo non si è mai sottratto alla promessa di far dimettere Macron ma che
sa che per portarla fino in fondo dovrà crescere ancora, articolarsi e
soprattutto cercare di non farsi circoscrivere e contare.
A questa esigenza rispondono gli
svariati appelli sulle modalità con le quali scendere in piazza nelle
principali città di Francia: restare in zone circoscritte ma con un’alta
mobilità, non darsi punti di concentramento facilmente circondabili dalla
polizia, darsi orari precisi di incontro, con poco preavviso e rispettando
un’estrema puntualità, indossare il gilet solo al momento dell’inizio della
manifestazione per non farsi individuare prima, filmare e diffondere i
comportamenti polizieschi. I Gilets riaggiornano continuamente la tattica
sapendo che è su questa che si svilupperà la tenuta strategica del movimento,
la sua capacità di durare. Le mobilitazioni d’altra parte non sono mancate
durante le festività. Anzi episodi significativi si sono avuti anche la notte
dell’ultimo dell’anno con duri scontri in particolare a Bordeaux. Il due
gennaio, alle prime ore del mattino, circa cento gilets hanno bloccato il
deposito petrolifero Rubis di Grand-Quevilly, nei pressi di Rouen, il quale
rifornisce tutta l’alta Normandia. L’altro eri in duecento hanno bloccato il
deposito petrolifero Esso e Total a Tolosa e la polizia ha reagito effettuando
cinque arresti. Sempre ieri un hub di Amazon è stato circondato e bloccato da
un centinaio di gilets innescando scontri con la polizia che ha provato a
sgomberare i picchetti dai quali si è resistito con lanci di pietre.
Anche ieri i siti strategici
hanno rappresentato un bersaglio importante: un importante corteo ha provato a
raggiungere l’aeroporto di Parigi Beauvais incontrando sulla statale i
lacrimogeni dei CRS. Blocco nella mattinata anche alla stazione marittima di
Saint-Malo. L’invasione dei binari a Sedan ha provocato diversi ritardi alla
linea del TGV. A Quimper in Bretagna un corteo motorizzato si è mosso dai
presidi sulle rotonde verso la zona commerciale di Gourvily. Si registrano
corteo con diverse migliaia di manifestanti a Rouen, Bordeaux, Lione, Grenoble,
Brest, Tours e Marsiglia.
A Digione la gendarmerie ha
attaccato il corteo sul viale maresciallo Joffre, dove a più riprese però i
manifestanti sono riusciti a mettere in fuga gruppi isolati di poliziotti che
provavano ad aggredire il corteo ai lati. A Rennes i manifestanti forzano gli
accessi del municipio. A Caen forti scontri con lanci di lacrimogeni. Più di
mille in corteo a Nantes con alla testa del corteo diversi cordoni di sole
donne che resistono ai lanci di lacrimogeni della polizia.
Dopo le prime tensioni nei pressi
dell’Hôtel de Ville a Parigi un corteo che aumentava mano a mano di numero si è
mossoo verso l’Assemblée Nationale. All’altezza di Place du Châtelet si sono
avuti fronteggiamenti corpo a corpo e lanci di sassi e bottiglie all’indirizzo
della polizia. Barricate in fiamme sul Boulevard st. Germain. Nella mattinata
di ieri diverse centinaia di Gilets si sono radunati nei pressi dell’Arc du
Triomphe sugli Champs Elysées. Degli appuntamenti assembleari sono stati dati
in place de la République. Intanto, a conferma della tenuta in prospettiva del
movimento, un secondo appuntamento per l’assemblea delle assemblee dei Gilets
gialli è stato convocato per il 26 gennaio a Commercy.