"Io sono un
partigiano della Comune di Parigi, che pur essendo stata massacrata, soffocata
nel sangue, dal boia della reazione monarchica e clericale, non ne è diventata
che più vivace, più possente nell'immaginazione e nel cuore del proletariato
d'Europa, e soprattutto ne sono il partigiano perché essa è stata una audace,
caratteristica negazione dello Stato".
"La Comune
di Parigi è durata poco, ed è stata troppo ostacolata nel suo svolgimento
interno dalla lotta mortale che ha dovuto sostenere contro la reazione di
Versailles, perché essa abbia potuto, non dico applicare, ma nemmeno elaborare
teoricamente il suo programma socialista. D'altronde, bisogna riconoscerlo, la
maggioranza dei membri della Comune non erano propriamente socialisti, e se
essi si sono mostrati tali, ciò si deve al fatto che essi sono stati
ineluttabilmente trascinati dalla forza delle cose, dalla natura del loro
ambiente, dalla necessità della loro posizione, e non dalla loro intima convinzione".
"L'abolizione
della Chiesa e dello Stato deve essere la prima ed indispensabile condizione
della liberazione reale della società; soltanto dopo ciò essa potrà e dovrà
organizzarsi in un'altra maniera, ma non dall'alto in basso e secondo un piano
ideato e sognato da qualche saggio o da qualche sapiente, oppure per decreti
emanati da forze dittatoriali, od anche da un'assemblea nazionale eletta a
suffragio universale. Un tale sistema come ho già detto, condurrebbe
inevitabilmente alla creazione di un nuovo Stato e conseguentemente alla
formazione di una aristocrazia governativa, cioè di un'intera classe non avente
nulla in comune con la massa del popolo e che certo comincerebbe a sfruttare e
ad assoggettare questa, col pretesto della felicità comune o per salvare lo
Stato. La futura organizzazione sociale deve essere fatta dal basso in alto,
per mezzo della libera associazione e della federazione dei lavoratori; prima
nelle associazioni, poi nei comuni, nelle regioni, nelle nazioni, e,
finalmente, in una grande federazione internazionale ed universale. Allora
soltanto si realizzerà il vero e vivificante ordine della libertà e della
felicità generali; quell'ordine che, lontano dal rinnegare, afferma al
contrario ed accomuna gli interessi degli individui e della società".
Michail Bakunin