..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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giovedì 19 marzo 2020

Epidemia? Strage di Stato


I carri funebri sono in fila di fronte al cimitero di Bergamo. Quest’immagine, più di tante altre, ci mostra in tutta la sua crudezza la realtà. Non si può neppure lasciare un fiore. Non li hanno neppure potuti accompagnare verso la fine. Sono morti soli, lucidi, affogando lentamente.
Dalle finestre, ad ore stabilite, la gente grida, canta, batte le stoviglie e si riunisce in uno spirito nazionalista evocato da politici e media. “Tutto andrà bene. Ce la faremo”.
Il governo con editti che si sono susseguiti a ritmo frenetico ha sospeso il dibattito, persino il flebile confronto democratico, persino il rito esausto della democrazia rappresentativa e ci ha arruolati tutti. Chi non obbedisce è un untore, un criminale, un folle.
Intendiamoci. Ciascuno di noi è responsabile dei propri atti. Noi anarchici lo sappiamo bene: per noi la responsabilità individuale del proprio agire è il perno di una società di liber* ed eguali.
Avere cura dei più deboli, degli anziani, di chi, più degli altri, rischia la vita è un dovere che sentiamo con grande forza. Sempre. Oggi più che mai.
Un dovere altrettanto forte è quello di dire la verità, quella verità, che chiusi nelle case di fronte alla TV, non filtra mai. Eppure è, in buona parte, sotto gli occhi di tutti.
Chi cerca una verità nascosta, un oscuro complotto ordito dal proprio cattivo preferito, chiude gli occhi di fronte alla realtà, perché chi li apre si batte per cambiare un ordine del mondo ingiusto, violento, liberticida, assassino.
Ogni giorno, anche oggi, mentre la gente si ammala e muore, il governo italiano spreca 70 milioni di euro in spese militari. Con i 70 milioni spesi in uno solo dei 366 giorni di quest’anno bisestile si potrebbero costruire ed attrezzare sei nuovi ospedali e resterebbe qualche spicciolo per mascherine, laboratori analisi, tamponi per fare un vero screening. Un respiratore costa 4.000 mila euro: quindi si potrebbero comprare 17.500 respiratori al giorno: molti di più di quelli che servirebbero ora
In questi anni tutti i governi che si sono succeduti hanno tagliato costantemente la spesa per la sanità, per la prevenzione, per la vita di noi tutti. Lo scorso anno, secondo le statistiche, per la prima volta le aspettative di vita si sono ridotte. Tanti non hanno i soldi per pagare le medicine, i ticket per le visite e le prestazioni specialistiche, perché devono pagare il fitto, il cibo, i trasporti.
Hanno chiuso i piccoli ospedali, ridotto il numero di medici e infermieri, tagliato i posti letto, obbligato i lavoratori della sanità a fare straordinari, per sopperire ai tanti buchi.
Oggi, con l’epidemia, non ci sono più code agli sportelli, non ci sono più liste di attesa di mesi ed anni per un’indagine diagnostica: hanno cancellato le visite e gli esami. Li faremo quando passerà l’epidemia. Quanta gente si ammalerà e morirà di tumori diagnosticabili e curabili, quanta gente vedrà peggiorare le proprie patologie, perché hanno messo in quarantena quello che restava della sanità pubblica? Intanto le cliniche e gli ambulatori privati fanno qualche mossa pubblicitaria e moltiplicano gli affari, perché i ricchi non restano mai senza cure.
Per questo il governo ci vuole ai balconi a cantare “Siam pronti alla morte. L’Italia chiamò”. Ci vogliono zitti e ubbidienti come bravi soldati, carne da macello, sacrificabile. Dopo chi resta sarà immune e più forte. Sino alla prossima pandemia.