..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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domenica 24 aprile 2016

Torino 24 aprile 1945

 Il 24 aprile 1945 il compagno Ruju, partigiano della 23a Divisione autonoma “Sergio De Vitis”, fu inviato ad Avigliana alle porte di Torino, per organizzare la resistenza e la difesa di alcuni stabilimenti industriali.
Giunto sul posto, mentre cercava di contattare alcuni giovani antifascisti incrocia una pattuglia tedesca e approfittando di un attimo di disattenzione dei nazisti li cattura e li porta a Giaveno dove già si trovavano altri tedeschi arrestati.
Quando tornò ad Avigliana gli si fece incontro il parroco che lo implorò di restituire i tre prigionieri perché altrimenti la città sarebbe stata distrutta alle due del pomeriggio di quella stessa giornata.
Recatosi subito al comando tedesco accompagnato da due pubblici funzionari, il compagno Ruju ebbe modo di parlare con il comandante; questi lo pregò di liberare i tre soldati catturati perché, altrimenti, sarebbe stato costretto ad ordinare la distruzione della città secondo gli ordini ricevuti dalla 5a divisione Alpina. Il compagno Ruju gli fece notare che 10.000 partigiani circondavano il centro e che allo scadere di 30 minuti sarebbero passati all’attacco; non solo, ma gli eventuali tedeschi superstiti sarebbero stati considerati criminali di guerra e quindi passati per le armi.
Tutto ciò era un bluff, ed i 10.000 partigiani esistevano solo nella mente di Ruju. Ma il comandante gli credette e si arrese con i 500 uomini del suo presidio, consegnando tutte le armi ai partigiani.
Per questo episodio lo Stato democratico volle decorare Ruju con una croce al valor militare, ma il partigiano rifiutò l’inutile decorazione come fecero altri partigiani anarchici per testimoniare nuovamente la loro fede anarchica.