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mercoledì 13 aprile 2016

Né Dio né Stato, né servi né padroni [parte 1]

Né Dio …

Tutto ciò che può alterare lo stato psichico di una persona è una droga. La religione è una delle più potenti, se non la più potente, altera lo stato psichico condannando l'individuo ad una perpetua assuefazione, ad una dipendenza che lo porta a rinunciare alle proprie capacità di giudizio. Poi lo trasforma in una specie di soldato a difesa dell'ordine costituito, della tradizione autoritaria, del sistema di potere, sempre in prima linea contro ogni rivendicazione di maggiore autonomia, contro tutto ciò che è cambiamento, contro tutto ciò che è lotta al privilegio, perché tra i privilegiati in testa troviamo sempre gli alti dignitari della Chiesa. Credere in un Dio creatore e padrone di tutto ciò che esiste è innanzitutto rinunciare alla propria unicità come individuo. É porsi in una condizione di subalternità nei confronti di un'autorità, questo caso astratta, ma che nella sostanza viene vissuta in modo reale da milioni e milioni di individui. Se si crede in un Dio non si può certo desiderare la libertà, perché non si è liberi ma subordinati a questo essere presunto «creatore del cielo e della terra». La religione è una droga perché addormenta le coscienze, alimenta gerarchie divine e terrene, mantiene gli esseri umani nella soggezione e nella superstizione, quindi nell'ignoranza.
Se poi consideriamo le grandi religioni monoteiste, cristianesimo, Islam ed ebraismo, vediamo come esse, disputandosi da sempre il monopolio della verità, non abbiano fatto altro che fomentare discordie, guerre, confini, muri di incomprensione e di discriminazione verso donne ed omosessuali. In tutto il mondo dominato da istituzioni religiose queste categorie si portano dietro una storia di violenza inaudita, di discriminazioni ancora oggi dure a morire. Le religioni monoteiste hanno contribuito a diffondere nelle culture il concetto di superiorità maschile e di razza, condannando milioni di donne e di omosessuali alla morte civile, alla schiavitù, al silenzio, a ruoli subalterni e degradanti.
La Chiesa e le istituzioni religiose non sono altro che centrali di potere, legittimano ogni genere di oppressione, amministrano i consensi che hanno ricavandone ricchezze materiali e predominio politico e morale sulla società. Inoltre si negano loro, contendendosi il possesso della verità assoluta, non sopportando rivalità e concorrenze. Avversano l'ateismo è tutto ciò che si mantiene al di fuori del loro controllo.
Il buonismo, il continuo a far uso di parole come” fratellanza”, gli atti caritatevoli definiti “solidarietà”, permettono di approfittare della buona fede dei fedeli per accrescere il loro peso politico ed economico sulla società. Praticando la solidarietà e la fratellanza tra ricchi e poveri, tra governanti e governati, tra padroni e servi, che cosa si fa se non rafforzare la struttura classista di questa società, e perciò le disuguaglianze? Quando chi sta bene è solidale con chi sta male non vengono messe in discussione le posizioni nella scala gerarchica sociale, i ruoli rimangono immutati e così le differenze sociali. La Chiesa intende conservarli, a questo servono le carità e l’elemosina dei ricchi verso i poveri. L’elemosina non ha mai cambiato un povero in un ricco.
Sono pienamente convinto che non è Dio che ha creato l’uomo ma l’uomo che ha creato Dio. Le religioni nascono come risposte che gli uomini hanno dato alla loro ricerca di spiegazioni ai tanti problemi e fenomeni naturali che li inquietavano e preoccupavano, o semplicemente a tutto ciò che li incuriosiva; quando non riuscivano a dare una spiegazione ad un evento, ecco allora che ne davano il merito ad una volontà, ad una forza soprannaturale non ben definita, descrivendola poi come qualcuno che vuole e può tutto; eccoti creato Dio. Hanno così dato una risposta essenziale alle loro domande, ma è una risposta fortemente basata sulla paura e sull’ignoranza.
Beninteso, noi anarchici non siamo avversari dei credenti; se uno che crede si limita a coltivare i propri sentimenti in privato, nella propria sfera personale, senza cercare di imporre le proprie idee religiose agli altri, non nuoce alla collettività. Credere o non credere rientrerebbe nella sfera della libertà personale. Noi anarchici avversiamo tutti coloro che tentano di imporre agli altri le proprie idee; e questo invece è ciò che hanno sempre fatto le chiese e le caste sacerdotali.
Tutta la storia dell'umanità negli ultimi due millenni è costellata di carneficine, guerre di conquista, inquisizioni, roghi, violenze perpetrate dalla chiesa cattolica (per rimanere a quella a noi più vicina) verso quanti ne mettevano in discussione le presunte verità, o ne rifiutavano il potere politico, o avevano semplicemente comportamenti ritenuti non consoni con i propri dettami. Dubbio, relativismo, ricerca e libertà sono stati considerati peccati da pulire con la pena capitale, non solo con la minaccia delle fiamme dell'inferno. Per secoli intolleranza ha fatto rima con cattolicesimo. Questo non ha nulla a che vedere con la fede individuale o con la libera scelta di ognuno di credere in quello che gli piace o di non credere affatto. L'ateo non impone il suo ateismo ad altri, e tanto meno ai bambini, come invece fanno le religioni di ogni tipo e di ogni luogo.
La Chiesa si è sempre interessata più delle cose terrene che non alle cose spirituali, ha sempre messo lo zampino nelle leggi, ha sempre cercato trattamenti di favore per sé; proprio perché fortemente agganciata al potere temporale, la religione non è neutrale, viene spesso usata come arma ideologica per dare una giustificazione morale alla disuguaglianza.. Ha sempre strumentalizzato i pubblici poteri per avere un trattamento di favore dai risvolti economici incredibili, e la sua vera forza consiste nella capacità di condizionare la sfera pubblica e istituzionale. Avete mai pensato come sarebbe molto più logico e giusto che la scuola non inserisca le materie religiose per i suoi programmi, e che i credenti dovrebbero (se proprio lo desiderassero) andare a lezione di catechismo in parrocchia? Non sarebbe più giusto che i cattolici finanziassero direttamente la loro Chiesa anziché attingere continuamente alle casse dello Stato, contributi che oggi in Italia si aggirano intorno ai 6 miliardi di euro all'anno?
La Chiesa fa parte di un sistema consolidato che vede partiti, sindacati, industriali ed organi d'informazione usufruire di lauti finanziamenti a fondo perduto, dovuti tutti a leggi di favore che si son fatti approvare dai deputati che hanno contribuito ad eleggere. Si tratta di denaro pubblico ricavato dalle tasse e dalle imposte dirette o indirette pagate da tutti, che vanno a finanziare iniziative di pochi, gruppi, partiti, enti, società che rappresentano gli interessi di determinate famiglie, caste, azionisti. Moralmente un inganno istituzionalizzato, nei fatti un furto bello e buono; il tutto organizzato alla perfezione dallo Stato. Ma di quest'ultimo ne parleremo in seguito.