..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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martedì 12 aprile 2016

Una ribellione

Una ribellione, non vediamo nemmeno più da dove possa iniziare. Sessant’anni di pacificazione sociale, di sospensione di tutti i ribaltamenti storici, sessant’anni di anestesia democratica e di gestione degli eventi hanno indebolito in noi una certa percezione sconnessa del reale, il senso partigiano della guerra in corso. È questa percezione che bisogna ritrovare, tanto per cominciare. Non c’è da indignarsi che si applichi ormai da tempo una legge notoriamente anticostituzionale come quella sulla Sicurezza quotidiana. È vano protestare legalmente contro l’implosione compiuta del quadro legale. Bisogna organizzarsi di conseguenza. Non c’è da impegnarsi in tale o tal’altro collettivo di cittadini, in quella o quell’altra impasse di estrema sinistra, nell’ultima impostura associativa. Tutte le organizzazioni che pretendono di contestare l’ordine presente hanno loro stesse, in versione più posticcia, la forma, i costumi e i linguaggi di Stati miniaturizzati. Tutte le velleità di fare politica alternativa non hanno mai contribuito, sino ad oggi, che all’estensione indefinita dei presupposti statali. Non c’è più da reagire alle novità del giorno, ma comprendere che ogni informazione è un operazione in un terreno ostile di strategie da decifrare nell’informazione apparente. Non c’è più da attendere: un fulmine, la rivoluzione, l’apocalisse nucleare o un movimento sociale. Aspettare ancora è una follia. La catastrofe non è quella che arriva, è quella in corso. Noi siamo situati, d’ora innanzi, dentro il moto di inabissamento di una civiltà. È qui che bisogna prendere parte. Il non attendere, significa in un modo o nell’altro, entrare nella logica insurrezionale. Tutti gli atti di governo non sono null’altro che un modo di non perdere il controllo della popolazione. Noi partiamo da un punto di estremo isolamento, di estrema impotenza. Tutto è da costruire in un processo rivoluzionario. Niente sembra meno probabile di un insurrezione, ma niente è più necessario.