..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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giovedì 27 settembre 2012

1982. L’estate di Frank

Misero il palco sulla linea del centrocampo ed il pubblico in curva nord. Troppo distante per vedere qualcosa, anche nei maxi schermi, maxi per l’epoca.
Ero seduto sull’ultimo gradone ed il basso pompava così forte che mi vibrava il culo. Qualcuno scavalcò la recinzione e si andò a sedere davanti la porta. Subito la polizia in tenuta da sommossa (casco e scudo) si dispose davanti al palco. Zappa ripeteva “Easy, easy”. Dopo i primi cinque, sei, si avvicinò alla rete un altro gruppo di dieci, quindici persone.
In un attimo saltarono e lì iniziarono i lacrimogeni. Uno, due, tre, atterrarono tutti in mezzo alla gente sugli spalti. In un attimo, il pubblico si mosse per raggiungere l’uscita.
Anche la gente in campo cercò di tornare sui propri passi, ma c’era la rete! Quelli più lesti si buttarono letteralmente dall’altra parte, ma chi non ci riuscì ne prese un fracco. Ma tante! Quando sentì le urla, mi misi ad urlare anch’io.
“Bastardi!” urlava la curva, ma fu un attimo: continuarono a piovere lacrimogeni e tra spintoni e urla di panico riuscì a scendere per le scale. Lì c’era la sorpresa: porte chiuse ed una decina di sbirri ad aspettarci.
Quando aprirono, il flusso in qualche modo li travolse, si aprirono a raggiera, ma non smettevano di calare manganellate. Vidi la ragazza davanti a me tenersi una mano sulla nuca. Perdeva sangue.
La prossima toccava a me, pensai. Quando mi trovai di fronte lo sbirro, lo sentii urlare come un disperato. Fece un passo per venirmi incontro, il manganello alto sul casco.
Io feci un passo ed un doppio passo, come avevo imparato alla scuola di rugby e gli sfilai di fianco giusto il tempo per sentire il manganello che affondava nell’aria dietro di me. “Figlio di buttana” urlai, mentre correvo. Passai vicino agli enormi tir di Zappa, mi tenni largo dai punti in cui se le davano di santa ragione, vidi un spazio tra i pullman disintegrati degli sbirri e mi ci fiondai. Mi fermai solo quando arrivai di fronte casa. Solo allora mi resi conto che avevo gli occhi inondati di lacrime. Lacrime di rabbia.
Avevo aspettato per mesi quel concerto, Zappa aveva suonato si e no venti minuti.
Avevo diciotto anni ed una bella collezione in vinile di Zappa e Mothers of Invention, oltre alla convinzione che a Palermo non sarebbe mai cresciuta né erba né lavoro.
Andrea Pisciotta


Dopo trentanni dallo storico concerto di Frank Zappa tenuto a Palermo il 14 luglio del 1982, Salvo Cuccia realizza un documentario, omaggio al grande musicista statunitense dalle origini sicule.
Insieme ai figli di Zappa, Dweezil e Diva, e all’amico Massimo Bassoli, Cuccia ripercorre le tappe del viaggio intrapreso dallo stesso Frank verso Partinico, il paese d’origine da dove era emigrata verso gli Stati Uniti la famiglia del nonno.