Sono il residuo di un genocidio consumato dallo stesso nemico che nel corso dei secoli ha distrutto quasi del tutto la mia terra. Nelle vesti di multinazionali dell’atomo, dello sfruttamento idroelettrico, turistico, del militarismo e dei suoi poligoni, con l’inquinamento radioattivo, chimico, da carburazione industriale e metropolitana, l’ipersfuttamento boschivo e agricolo è responsabile storico della rapina della mia terra e del mio lavoro. È nella presa di coscienza del mio essere sfruttato, schiavo, ed espropriato, che semplicemente sono andato sino in fondo nel tentativo della mia liberazione e nel tentativo di contribuire con tutto me stesso alla liberazione della mia terra che ha ospitato e nutrito i miei avi.
La mia solidale coscienza globale. Coscienza della globalità del nemico e della sua guerra di sfruttamento e sterminio totale, non poteva che dirmi che la lotta contro di lui è un dovere per e su qualsiasi terra che mi ospita. Solo così riaffermo, comunque e ovunque la mia quotidiana e umana dignità. Responsabile, solidale, e comune con le mie sorelle e fratelli di ogni razza e lingua, oppresse e oppressi, sfruttate e sfruttati; solo così affermo la mia solidarietà con coloro che lottano, in qualsiasi modo lottino, solo così affermo la mia responsabilità, l’amore naturale e scontato per i nostri figli e per tutti i viventi di questo meraviglioso pianeta.