Qualche giorno fa mi son voluto
documentare un po’ di più sulla figura di Felice Orsini; vecchi ricordi
scolastici, confermati dalla visione del film del 2010 “Noi credevamo” di Mario
Martone, mi indicavano Orsini come l’esecutore dell’attentato a Napoleone III
nel 1858. Per amore della Storia voglio ricordare che l’attentato nasceva
nell’ambiente dei fuoriusciti italiani in Inghilterra; mente del complotto
era stato Felice Orsini, membro di società segrete fin dal 1844 e già deputato
alla costituente della Repubblica Romana nel 1849. Scampato alla repressione
restauratrice aveva aderito alla mazziniana «Giovine Italia» e, per conto di
Mazzini, aveva guidato numerosi moti rivoluzionari (Sarzana, Magra, Valtellina
e Milano) tutti falliti. Nel 1857 Orsini ruppe i legami con Mazzini e
cominciò a preparare l'assassinio di Napoleone III. Cause scatenanti dell'odio
verso il monarca francese furono l'aver affossato la neonata Repubblica Romana
e l'avere rotto il giuramento che lo legava alla Carboneria. La sera del 14
gennaio 1858, dopo averle progettate, confezionò cinque bombe con innesco a
fulminato di mercurio, riempite di chiodi e pezzi di ferro, poi divenute una
delle armi più usate negli attentati anarchici, col nome di "Bombe
all'Orsini" insieme a Giuseppe Pieri, Carlo Di Rudio e Antonio
Gomez, riuscì a scagliare tre bombe contro la carrozza dell'imperatore,
giunta tra ali di folla all'ingresso dell'opéra di rue Le Peletier. L'attentato
provocò una carneficina, con 12 morti e 156 feriti, ma Napoleone fu protetto
dalla carrozza blindata e rimase illeso, così come l'imperatrice Eugenia, anche
se sbalzata sul marciapiede e completamente coperta dal sangue delle vittime.
Orsini e i suoi complici, favoriti dal panico scatenatosi, riuscirono a
fuggire, ma vennero arrestati dalla polizia poche ore dopo, nei rispettivi
alberghi. Nel processo che seguì, Orsini e Pieri vennero condannati a morte in
quanto colpevoli di avere attentato alla vita del re, mentre agli altri
cospiratori fu comminato l'ergastolo.
Esaurita la curiosità storica, nel libro
che avevo in mano mi cade l’occhio su questa frase: “Orso Teobaldo Felice
Orsini fu un patriota e scrittore italiano, noto per aver
causato una strage, nel tentativo di assassinare l'imperatore francese
Napoleone III”. Rimango sbigottito dalla parola “patriota” ….. ma come, fa
fuori 12 persone ne ferisce più di 150 ed è un patriota mentre Gaetano Bresci
che uccide solo Re Umberto I viene additato come terrorista?! Le insurrezioni,
le rivoluzioni non sono mai state fatte e non si faranno mai con il lancio di
petali di rose, ma con le armi e col sangue; nascono dallo sfruttamento, dal
malcontento popolare; Orsini e Bresci hanno agito per lo stesso nobile scopo,
combattere i repressori per la libertà e l’uguaglianza. Ma allora perché questa
distinzione? Esistono bombe buone e bombe cattive? Certo che no, le bombe sono
tutte uguali, quello che cambia è chi ti racconta e come racconta la Storia.
Chi comanda, chi governa manipola la
storia. Naturalmente non può cambiare i fatti, ma li fa vedere sotto un’ottica
diversa raccontandola a modo suo. Un esempio tipico è Mazzini: essendo
repubblicano è stato perseguitato, condannato ed esiliato da Vittorio Emanuele
II, le condanne subite in diversi tribunali d'Italia lo costrinsero alla
latitanza fino alla morte, additato come elemento pericoloso, oggi si direbbe
terrorista, e i libri di storia lo trattarono come tale. Questo fino al 2
giugno 1946 quando le cose son cambiate grazie alla vittoria della repubblica
sulla monarchia nel 1° referendum popolare, da quel momento Mazzini viene
rivalutato, non più criminale ma patriota tanto che, dopo qualche settimana, la
sua mummia, fu sistemata ed esposta al pubblico in occasione della nascita
della Repubblica Italiana.
Ci sono anche degli esempi attuali:
durante il primo governo Berlusconi, la destra andando al potere, ha tentato di
far passare come atto terroristico l’attentato di via Rasella a Roma fatto dai
partigiani nel 1944, quasi volendo giustificare poi la rappresaglia nazista con
l’eccidio delle Fosse Ardeatine; se non ricordo male è stato fatto un processo
per l’attentato che fortunatamente si è risolto con un nulla di fatto, evitando
di infangare i nomi dei partigiani. E lo stesso Berlusconi, non ha tentato
varie volte di santificare il suo compare Bettino Craxi? E son sicuro che se la
seconda guerra mondiale fosse finita in modo diverso con la vittoria dei
nazi-fascisti, i partigiani sarebbero stati colpevolizzati di terrorismo e
coperti di infamia.
Questo sta a dimostrare che è il popolo
che fa la storia ma sono i governanti che la raccontano.