Era il 26 settembre 1971 quando a Copenaghen, nel distretto di Christianshavn, nasceva Christiania, 34 ettari di terra autogestita da una comunità indipendente. L'occasione arrivò allorquando il reparto militare di stanza a Christianshavn lasciò la caserma. Anarchici, squatters, artisti, non persero tempo. Ancora una volta, l'ennesima, il mondo potè assistere alla realizzazione di quella che, erroneamente, molti chiamano ancora utopia.
E infatti, ancora oggi, nonostante tutte le realtà anarchiche (storiche e attuali) alcune persone pensano che l'anarchia sia utopia (non-luogo), che l'anarchia non si possa realizzare, che sia sinonimo di caos e di violenza, che l'anarchia non ammetta regole, e via discorrendo. Tutte sciocchezze diffuse dal sistema! Aprite gli occhi. Christiania è lì, presente come voi stessi davanti al vostro specchio. Christiania, come le altre realtà anarchiche, è lo specchio della vostra coscienza. L'anarchia non solo è possibile, ma doverosa e urgente!
Gli abitanti di Christiania iniziarono fin da subito a costruire case, laboratori, negozi, saune, vivai, ristoranti, teatri, gallerie d'arte, opere di utilità collettiva. Tutto viene gestito autonomamente, senza alcuna gerarchia, senza sindaci, senza sbirri, senza direttori, senza presidenti, senza alcuna autorità. E grazie alla mancanza di qualsiasi tipo di autorità, anche a Christiania non esiste alcun crimine (riflettete su questo). Un esempio fra i tanti, di cui -guarda caso- nessun medium di regime parla.
E lo Stato danese? Inizialmente lo Stato ha lasciato fare, ma dopo aver constatato che Christiania stava prosperando nella sua 'libertà degli eguali', tentò il colpaccio e ordinò lo sfratto delle famiglie. Ma fu inutile, gli abitanti ebbero la meglio e lo Stato dovette riconoscere la libertà di questo esperimento sociale, ormai divenuto più che un semplice esperimento. In vari periodi, e a più riprese, lo Stato ha tentato di attaccare Christiania, lo ha fatto e lo fa ancora nei modi che gli sono propri e consoni: introducendo clandestinamente droghe pesanti, introducendo clandestinamente criminalità, istituendo un corpo speciale di polizia con 'incarico Christiania' (una pattuglia di 70 energumeni), ma gli abitanti sono sempre riusciti a mantenere la loro indipendenza, la loro pace, la loro libertà.
A Christiania non esistono tasse, perché non esiste uno Stato, non c'è una piramide di caste da mantenere, i servizi sono efficientissimi ed esemplari.
Christiania ha deciso di pagare alla Danimarca soltanto l'acqua e l'elettricità. Tutte le decisioni riguardanti la gestione sociale vengono prese in assemblee, non esiste quindi nessuna democrazia rappresentativa e nessuna dittatura (che sono la stessa cosa). E' un errore credere che l'essere umano non sia in grado di prendere decisioni all'unanimità e in autonomia, poiché Christiania con il suo metodo anarchico basato sulla 'sintesi' e la non-delega, dimostrano il contrario. Infatti, è sufficiente vivere in un contesto non gerarchizzato per essere tutti d'accordo sui vari metodi di mantenimento della libertà (bisogno naturale). Le decisioni che per molti 'democratici' sembrano inarrivabili, assurde, utopiche, per le persone libere sono invece logiche e naturali, sovente di facile attuazione. Perciò la città funziona in modo eccellente, c'è un servizio sanitario impeccabile, scuole, nettezza urbana con riciclaggio dei rifiuti, giornali, biblioteca, casa editrice, radio e televisione, giardini, frutteti, servizio di manutenzione edifici, la posta, il forno, moneta propria ed emissione di francobolli, eccetera. Esiste anche un vero e proprio distretto culturale, il più completo di Copenaghen, con teatro, musica, film, video sperimentali, sport, ecc.
Come anarchia insegna, le leggi esistono, e sono quelle umane e naturali, variabili, poiché variabili sono le necessità, vengono fatte e disfatte nell'interesse comune di portare reale beneficio alla collettività. Ma le leggi dell'anarchia non calano mai dall'alto e non sono coercitive, assolute, imposte da un'autorità, e dato che le regole le decidono e le approvano tutti, non c'è alcun bisogno di commettere crimini, non esistono di conseguenza sbirri e galere. Perciò non è assolutamente vero che normalissime persone, in un contesto anarchico, producano disordine e violenza. Semmai è esattamente il contrario.
L'essere umano è teso naturalmente alla cooperazione, pena l'autodistruzione della specie, e noi sappiamo che lo scopo degli esseri viventi è quello di conservare la specie. Sulla base di questo principio naturale, le regole e le leggi non possono essere imposte coercitivamente da qualcuno, da una casta di giudici, da una casta di deputati, da una minoranza su una maggioranza (ma neanche da una maggioranza su una minoranza). A Christiania, come nelle altre realtà anarchiche, ci sono perciò regole fondamentali adattate a quella specifica comunità e agli specifici bisogni del singolo (in quanto elemento costitutivo della comunità). Una delle regole presenti a Christiania, decisa all'unanimità sulla base della sua effettiva utilità collettiva, è quella di vivere la propria casa per almeno sei mesi. Altre regole volute da tutti e per il bene di tutti sono: niente droghe pesanti, niente armi, niente automobili. Sarebbe questo il disordine di cui si blatera circa l'anarchia?
Quale futuro? Naturalmente roseo, se non fosse per i nuovi attacchi da parte dello Stato, il quale ha già fatto ripartire la sua nuova ondata malefica e violenta di 'sedicente legalità'. Infatti la Danimarca ha già tolto a Christiania lo status speciale di Città Libera. E con la scusa degli scontri del 2007 tra black bloc e polizia, il primo edificio del quartiere è stato demolito dalle ruspe di Stato. L'obiettivo è principalmente la distruzione delle prove che l'anarchia funziona benissimo, e in secondo luogo lo smantellamento della libertà dei cittadini, così come viene smantellata ogni giorno, ogni secondo, là dove esistono Stati e governi.
Resisti ancora, Christiania, e auguri!