Nella notte fra il 6 ed il 7 Agosto si consuma l'ennesimo atto intimidatorio e repressivo da parte delle forze di occupazione in Val di Susa nei confronti di un compagno dell'area libertaria romana che si trovava a Chiomonte per partecipare alle iniziative no TAV e per godersi un po’ di sano turismo solidale e di lotta.
Premettiamo che negli ultimi giorni la morsa repressiva si è ancora di più rafforzata e quotidianamente polizia e carabinieri “circondano” il campeggio autogestito dal popolo no TAV.
Ogni giorno, a qualsiasi ora, le forze di occupazione presidiano la zona con posti di blocco, fermi coatti ed intimidazioni ai danni delle compagne e dei compagni che hanno deciso di vivere intensamente una “vacanza di lotta”, alla faccia del turismo capitalista e mercificato. Sono ormai innumerevoli le notizie di fogli di via, denunce e provocazioni di vario genere.
Come dicevamo, nella scorsa notte, nella zona antistante il campeggio no TAV a Ramatz,vengono fermati un compagno ed una compagna di Roma con la scusa di un normale controllo di “polizia stradale” ma le cose non vanno di certo in quel senso.
Appena i militari capiscono che si tratta di due no TAV iniziano le provocazioni e le intimidazioni che per lo più si concentrano nei confronti del ragazzo solo perchè sul terminale risulta qualche piccolo precedente per “oltraggio, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale”. Questo basta a far saltare i nervi di qualche omino in divisa: Marko viene fermato e scortato fino alla caserma di Susa per ulteriori accertamenti sulla persona e sul veicolo di sua proprietà. Gli viene notificato un verbale di centinaia di euro per la mancata revisione dell'auto ... verbale che poteva essere tranquillamente notificato in strada, davanti al posto di blocco!!! Ecco perchè oggi denunciamo pubblicamente l'accaduto e crediamo sia assurdo costringere delle persone ad andare in caserma per un semplice controllo di "polizia stradale".
La realtà è che le forze dell'ordine cercavano l'ennesimo capro espiatorio da aggiungere alla lista dei “non desiderati” in Valle. L'esito della perquisizione ovviamente è negativo ma non basta a calmare gli animi.
Nel frattempo un passaparola spontaneo riesce a mobilitare un centinaio di compagne e di compagni che tempestivamente circondano rumorosamente la caserma dei carabinieri. Sono momenti tesi proprio perchè la situazione è diventata insostenibile e lo Stato di Polizia che si è creato non calma di certo gli animi dei compagni e dei residenti, ormai stufi di subire ed abbozzare davanti a questa paradossale situazione.
La determinazione e la solidarietà dei no TAV raggiunge l'obiettivo prefissato: Marko viene dopo poco rilasciato e viene anche evitato il sequestro del veicolo. Il presidio solidale si scioglie solo quando i due escono dal portone della Caserma fra gli abbracci e le urla di libertà dei presenti.
La complicità e la solidarietà sono le armi che abbiamo ed ancora una volta alla rassegnazione ed all'indifferenza rispondiamo con la determinazione e con le passioni.
In Val di Susa c'è un clima di guerra: è una guerra che si combatte quotidianamente in varie forme e la cosa più importante è che il movimento sta rispondendo colpo su colpo alle intimidazioni senza arretrare di un solo passo. L'esperienza del campeggio di lotta e le innumerevoli iniziative, organizzate e spontanee, sono la prova lampante che il movimento no TAV, nonostante tutto, è sempre vivo e combattivo.
La lotta non si arresta!
Più ci reprimete più resistiamo!
ORA E SEMPRE NO TAV!