
Il superamento dell’economia è dappertutto all’ordine del giorno, e i proletari, rifiutando il lavoro, dimostrano di sapere perfettamente che esso è ormai principalmente un pretesto per tenerli continuamente sotto controllo, costringendo tutti gli operai a occuparsi sempre d’altro che non dei loro veri interessi, dalla loro bandiera, devono cancellare questa massima conservatrice: “un salario equo per una giornata lavorativa” e iscriverci la parola d’ordine rivoluzionaria: “Abolizione del salariato”. Del resto, perfino Lord Keynes ha dovuto convenire, nei famosi: Saggi sulla moneta, che il problema economico non è, per chi ha lo sguardo rivolto all’avvenire, il problema permanente della specie umana, e in questo si è dimostrato meno ottuso dei suoi attuali epigoni e fervidi zelatori fuori stagione. Il fatto fondamentale è che oggi esistono, tutti i mezzi materiali per la costruzione della vita libera di una società senza classi.
Nel suo pamphlet: Il Diritto all’ozio, Paul Lafargue prevede con grande anticipo, le ragioni che avrebbero portato il capitalismo al moderno consumismo, così come i caratteri salienti di ciò che egli chiama “l’era della falsificazione”, che noi oggi possiamo contemplare con i nostri occhi, ne indica le contraddizioni insanabili e, infine, ciò che le riassume e le risolve tutte: il rifiuto del lavoro e il superamento dell’economia.
Nella realtà noi stiamo già lottando, coscientemente o no, per una società dove la liquidazione del lavoro salariato lascerà il posto ad una creatività collettiva regolata sulla base dei desideri di ciascuno, e dove esisterà una distribuzione gratuita dei beni necessari alla costruzione della vita quotidiana.