Le popolazioni della Val Susa ormai da anni portano avanti una lotta contro la devastazione dei luoghi in cui vivono, minacciati dal progetto TAV, la linea per il Treno ad Alta Velocità che dovrebbe collegare Torino a Lione.
In questi ultimi giorni le mobilitazioni popolari hanno riguardato la zona della Maddalena di Chiomonte, dove gli operai delle ditte che dovrebbero aprire il cantiere sono stati ostacolati dalla resistenza dei molteplici comitati formatisi in tutta la Valle. Il presidio permanente, è formato da donne, uomini, giovani e meno giovani, tutti uniti nella consapevolezza che quest’opera sia non solo inutile (costosi treni superveloci al servizio delle grandi imprese, per trasporto merci ), ma anche dannosa (per i pericoli connessi alla perforazione dei monti ricchi di amianto). I governi, sia di destra che di sinistra, portano avanti il progetto millantando progresso e ricchezza, pressati dalla Unione Europea che ha stanziato 671 milioni di euro per l’opera; ma la vera ricchezza andrà nelle loro tasche e in quelle delle società vincitrici degli appalti, Martina e Ital.co.ge.
Alla Maddalena di Chiomonte sono state erette barricate, con tronchi d’albero, massi, pezzi di guard-rail e vecchie traversine. Carabinieri e polizia hanno abbandonato la strada alle prime ore del mattino del 24 Maggio, respinti da grida, slogan, canti e non solo. Una resistenza, che a molti ricorda quella partigiana -sui monti e nei boschi, dove vince la gente che conosce il territorio- per difendersi dal saccheggio e dalla distruzione.
Noi esprimiamo la più totale solidarietà alle popolazioni della Val Susa, che con determinazione e coraggio resistono ormai da anni, anche contro un accanimento mediatico teso a criminalizzare il Movimento. Gli abitanti della Val Susa dimostrano giorno dopo giorno che vogliono essere loro stessi a decidere sul loro futuro e su quello dei luoghi in cui vivono, desiderando comunque dei servizi per tutti, compresa una rete ferroviaria adeguata ed efficiente, che non sventri, tuttavia, la Valle e le montagne in cui vivono.
Il movimento No TAV è un esempio di movimento partito dal basso, costituito da coordinamenti fra comitati ed assemblee locali, e dimostra che solo tramite l’autogestione del territorio e l’autogoverno si può costruire una società di liberi ed eguali volta a migliorare le condizioni di vita di tutti e a perseguire ed affermare i veri interessi delle comunità.
LE LIBERTÀ NON SI CONCEDONO, SI PRENDONO!
Coordinamento Anarchico Palermitano