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La politica consiste nell’esercizio del
potere dello Stato, oppure nel tentativo di influire su questo potere. Quando
si parla di filosofia politica, perciò, a rigor di termini si intende la filosofia
dello Stato. Se vogliamo sapere qual è il contenuto della filosofia politica e
se questa esiste, dobbiamo partire dal concetto di Stato. Lo Stato è un gruppo
di persone che possiede ed esercita l’autorità suprema all’interno di un territorio.
In senso stretto potremmo dire che uno Stato è un gruppo di persone che esercita
l’autorità suprema all’interno di un dato territorio o su una data popolazione.
All’interno di una tribù di nomadi può manifestarsi la struttura autoritaria di
uno Stato finché i suoi soggetti non vengono a trovarsi sotto l’autorità superiore
di uno Stato territoriale1. Lo Stato può comprendere tutte le persone che si trovano
sotto la sua autorità, come avviene nello Stato democratico secondo i suoi teorici;
può anche consistere esclusivamente di un solo individuo dal quale dipendono tutti
gli altri. Ci permettiamo di dubitare che sia mai veramente esistito uno Stato
fatto di una sola persona, anche se Luigi XIV la pensava evidentemente così quando
diceva «l’état c’est moi». La caratteristica peculiare dello Stato è l’autorità
suprema, o ciò che i filosofi politici solevano chiamare «sovranità». Perciò si
parla di «sovranità popolare», che è la teoria secondo la quale il popolo è lo
Stato, e naturalmente l’uso del termine «sovrano» nel significato di «re» rispecchia
il presupposto che l’autorità suprema sia concentrata in una monarchia. L’autorità
è il diritto di comandare e, di converso, il diritto di essere obbediti. Essa
va distinta dal potere, che è la capacità di imporre l’obbedienza con la forza,
o con la minaccia della forza. Quando do il mio portafoglio a un ladro che mi
punta contro una pistola, lo faccio perché ciò di cui mi minaccia il ladro è peggiore
della perdita di denaro che devo subire. Riconosco che egli ha qualche potere
su di me, ma difficilmente gli riconoscerei un 'autorità, cioè che egli ha diritto
a pretendere i miei soldi e che io ho il dovere di darglieli. Quando invece lo
Stato mi presenta la cartella delle tasse, pago (di solito) ciò che mi chiede,
anche se non ne ho voglia e perfino se penso che potrei evitare di pagare. Si
tratta dopo tutto dello Stato legittimo e perciò esso ha il diritto di tassarmi.
Esso possiede autorità su di me. Naturalmente, di tanto in tanto, mi capita di
imbrogliare lo Stato, ma anche in questo caso riconosco la sua autorità. Chi parla
mai di «imbrogliare» un ladro? Rivendicare autorità significa rivendicare il diritto
di essere obbedito. Avere autorità, allora, che cosa significa? Può voler dire
avere questo diritto, oppure veder riconosciuta questa pretesa e vederla accettata
da parte di quelli cui è diretta. Il termine «autorità» è ambiguo poiché ha entrambi
i significati: quello descrittivo e quello normativo. Anche nel suo significato
puramente descrittivo, esso si riferisce a norme e obblighi, naturalmente, ma
si limita a descrivere ciò che gli uomini credono di dover fare e non afferma
che essi debbano farlo. Ai due significati del termine autorità corrispondono
due concetti di Stato. Su un piano descrittivo, lo Stato può essere definito un
gruppo di persone a cui viene riconosciuta l’autorità suprema all’interno di un
territorio - riconosciuta cioè da coloro nei cui confronti viene affermata questa
autorità. Lo studio delle forme, delle caratteristiche, delle istituzioni e del
funzionamento degli Stati de facto, come possiamo definirli, costituisce l’ambito
delle scienze politiche. Se invece usiamo il termine nel suo significato normativo,
lo Stato è costituito da un gruppo di persone che ha il diritto di esercitare
l’autorità suprema all’interno di un territorio. |
..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione
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sabato 1 novembre 2025
Due parole sul concetto di autorità
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