..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

Translate

venerdì 30 giugno 2023

Kropotkin e il mutuo appoggio – parte seconda

Con il Mutuo Appoggio Kropotkin ci offre una storia totale poiché “la storia scritta fino ad oggi, non è per così dire, che una descrizione delle vedute e dei mezzi con i quali la teocrazia, il potere militare, l’autocrazia e più tardi la plutocrazia sono stati stabiliti e mantenuti. Le lotte tra queste differenti forze formano l’essenza stessa della storia. Possiamo dunque ammettere che si conosce già il fattore individuale nella storia del genere umano. (....) al contrario il fattore del mutuo appoggio non ha attirato nessuna attenzione. Era dunque necessario mostrare la parte immensa che questo fattore rappresenta nell’evoluzione del mondo animale e in quella della società umana.”93. La storia dell’uomo, per il principe ribelle non è altro che una variabile della grande storia della natura, “tutta la storia dell’umanità può essere considerata, in definitiva come la manifestazione di due tendenze: da una parte la tendenza degli individui o dei gruppi a impadronirsi del potere per sottomettere le grandi masse al loro dominio; dall’altra, la tendenza a mantenere l’uguaglianza e resistere a questa conquista del potere, o a, limitarla.”94. L’età comunale e l’età moderna sono i due poli di questa filosofia della vita, la prima rappresenta l’epoca delle decentralizzazione, dello sviluppo culturale ed artistico, della collettività produttiva, della democrazia dal basso che fonda l’idea di collettività nazionale, del mutuo appoggio; la seconda è l’epoca della volontà di potenza, dello stato che penetra in ogni ambito della vita individuale e collettiva, dell’individualismo sfrenato, dell’oppressione delle masse violenza. Allo stesso modo, in questo dualismo evolutivo, a fare la storia, per Kropotkin, non sono i grandi uomini ma le masse anonime che attraverso la spontanea solidarietà collettiva contribuiscono a costruire la società. “Nella pratica del mutuo appoggio, che risale fino ai più lontani principi dell’evoluzione, troviamo così la sorgente positiva e sicura delle nostre concezioni etiche; e possiamo affermare che il grande fattore del progresso morale dell’uomo fu il mutuo e non la lotta. Ed anche ai giorni nostri, è in una più larga estensione di esso che vediamo la migliore garanzia per una più alta evoluzione della nostra specie”95. Siamo dinanzi alla formulazione dell’idea che la società è un fenomeno naturale esistente fin da prima dell’apparizione dell’uomo, e che l’uomo per sua natura è portato a rispettarne le leggi senza bisogno di regolamenti artificiali. Kropotkin “vuole confermare l’esistenza di una spontanea autofondazione della società quale premessa storica decisiva per concepire la possibilità di una sua edificazione anarchica”96. Ma come è possibile giungere ad una condizione di mutuo appoggio collettivo che favorisca la nascita della società anarchica? E’ necessaria un’etica realistica ed umana.


lunedì 26 giugno 2023

Kropotkin e il mutuo appoggio – parte prima

L’anarchico russo sulla base di indagini etologiche condotte personalmente sul campo e sulla scorta di altri studi affini, cerca di dimostrare che nell’evoluzione animale il ruolo della competizione e del conflitto va notevolmente ridimensionato. La sua valenza, poi è assolutamente insignificante qualora si considera il fenomeno evolutivo all’interno di una stessa specie. Secondo lo scienziato russo, infatti, il processo evolutivo rende manifesto il dispiegarsi di un logos assai più determinante: il mutuo appoggio. I fattori che hanno permesso l’evoluzione della specie, la sopravvivenza di alcune e la scomparsa di altre, sono i meccanismi di collaborazione e aiuto reciproco che avevamo permesso alla specie, e ai singoli componenti di ciascuna di essa, di sopravvivere e riprodursi. Si tratta, per il principe ribelle, di dimostrare scientificamente non solo la possibilità della socievolezza come condizione del vivere sociale, ma anche chiarire come la socievolezza sia già in atto nel mondo della natura e nello sviluppo dell’uomo. Rifiutando sia il pessimismo Darwiniano sia l’ottimismo di Rousseau, Kropotkin dà vita ad un grande affresco del mondo animale ed umano con il chiaro intento di mostrare che la “sociabilità è una legge di natura tanto quanto la lotta tra simili” ma allo stesso tempo che “come fattore dell’evoluzione, la prima ha probabilmente un’importanza molto maggiore, in quanto favorisce lo sviluppo delle abitudini dei caratteri eminentemente atti ad assicurare la conservazione e lo sviluppo della specie; essa procura inoltre, con minor perdita di energia, una maggiore somma di benessere e di felicità a ciascun individuo.” Grazie agli studi del valente zoologo russo Kessler e alla sua attività di geologo, Kropotkin giunge alla conclusione che la legge di natura è una legge di cooperazione, di mutuo appoggio, piuttosto che di lotta. La vita delle formiche, delle api, delle termiti, degli uccelli, nei mammiferi, delle scimmie e di altri animali, minuziosamente analizzate dall’anarchico russo nel Mutuo Appoggio, dimostrano che nell’evoluzione del regno animale il mutuo appoggio e l’iniziativa individuale sono due fattori infinitamente più importanti della lotta reciproca, ed inoltre che la vita in società è l’arma più potente per sopravvivere in quanto “la vita in comune rende i più deboli insetti, i più deboli mammiferi, capaci di lottare e di proteggersi contro i più terribili carnivori e contro gli uccelli rapaci; essa favorisce la longevità; rende le diverse specie capaci di allevare la loro prole con un minimo di perdita di energia”79. L’anarchico russo ritiene che la principale causa della diminuzione della popolazione animale, non sia la competizione, ma la forte influenza degli ostacoli naturali; le terribili tormente di neve che si abbattono al Nord dell’Eurasia alla fine dell’inverno, i geli e le tormente di neve che ritornano ogni anno nella sperduta terra siberiana, le piogge torrenziali, dovute ai monsoni, che piombano sulle regioni più temperate, le terribili condizioni in cui si dibatte la vita animale nell’Asia Settentrionale, sono la massima testimonianza che i più grandi nemici degli animali sono i bruschi cambiamenti climatici, le malattie contagiose, la siccità e le carestie. Quelli che Darwin descrive come ‘gli ostacoli naturali’ all’eccessiva moltiplicazione hanno una valenza superiore alla lotta per i mezzi di esistenza; coloro che sopravvivono a questi ostacoli naturali non sono, per Kropotkin, i più forti o i più sani ma solo i dotati di maggiore resistenza nell’affrontare un mondo di privazioni. Gli ostacoli naturali da affrontare nel vivere quotidiano sono già così tanti che “nella grande lotta per la vita - per la più grande pienezza e per la più grande intensità di vita, con la minore perdita di energia - la selezione naturale cerca sempre i mezzi di evitare la competizione quando è possibile”.

giovedì 22 giugno 2023

Una definizione di post-anarchismo

La prima cosa che viene in mente è una persona che inizia un viaggio, senza una traiettoria ben precisa, senza una destinazione stabilita, ma che ha di fronte una serie quasi infinita di possibilità, ed è mossa da un forte desiderio di libertà e autonomia: se la strada davanti a questa persona è ostruita, allora ne sceglie un’altra; se è bloccata da entrambi i lati, scava un tunnel o scavalca il muro. Magari questa persona non sa esattamente dov’è diretta, o dove finirà, ma sa che dovrà continuare a muoversi; incontrerà sempre ostacoli, ma sa che li potrà superare. Il Post-anarchismo è una politica che inizia e non finisce con l’anarchia. Cioè presuppone una certa libertà ontologica, una molteplicità di azioni e di possibilità. È fondata sulla possibilità sempre presente di pensare e di agire differentemente, non importa quali siano le restrizioni. Non è «strategica» nel senso di essere diretta verso la cittadella dell’anarchia – perché in essa potrebbero esserci altre restrizioni – ma piuttosto pensa tatticamente: nei termini delle pratiche quotidiane, nel momento presente.

Il punto non è fissare delle «istruzioni per l’uso», o delle regole definitive su cosa sia l’anarchismo o cosa debba aspirare ad essere, o su come dovrebbe apparire una società anarchica. Ci sono diverse possibilità, che possono essere più o meno appropriate a seconda delle circostanze, e sono queste circostanze che definiscono il rapporto tra questo tipo di anarchismo e l’etica. Allo stesso tempo, però, bisogna stare attenti a non confondere il post-anarchismo con un’interpretazione troppo realista della politica, una realpolitik. Le questioni etiche sono tutte ancora lì, sul piatto. Non vanno mica evitate. Anzi, il post-anarchismo ha a che fare soprattutto con l’etica delle nostre vite, con il modo in cui ci rapportiamo agli altri, in cui ci confrontiamo con le relazioni di potere, con il grado di vulnerabilità che ognuno di noi ha nei confronti della dominazione che gli altri ci impongono. Semplificando, potremmo dire che il modo in cui il post-anarchismo mette in connessione la politica con l’etica si gioca sul campo della «servitù volontaria»: il desiderio di dominare e quello di essere dominati sono due volti della stessa medaglia.


domenica 18 giugno 2023

La quarta rivoluzione industriale e il capitalismo della sorveglianza

La quarta rivoluzione industriale, teorizzata Klaus Schwab fondatore e direttore esecutivo del World Economic Forum, consiste in una accelerazione tecnologica e digitale già in atto, destinata a modificare radicalmente il nostro modo di vivere, lavorare e relazionarsi gli uni agli altri. Flussi di big data, intelligenza artificiale, automazione, smart city, cyborg, internet delle cose, sanità digitale, 5G: il transumanesimo, che rappresenta il sostrato politico e filosofico della quarta rivoluzione industriale, mette in discussione il significato stesso di “essere umano” attraverso una nuova configurazione del rapporto tra le sfere fisica, biologica e digitale. Schwab individua e analizza nel dettaglio ventiquattro innovazioni tecnologiche che si dovrebbero plausibilmente verificare entro il 2025 e che creeranno questo nuovo ordine economico e sociale, secondo un processo ineluttabile di fronte al quale egli paventa un unico grande pericolo: L’altro lato oscuro di questa rivoluzione è la paura che genera nelle persone. Soprattutto contro i leader e contro le élite, che sono ritenute le prime responsabili di questi cambiamenti. Se nel mondo stanno crescendo tante forze di opposizione che demonizzano le élite, sia politiche che economiche, è perché il timore aumenta. È una reazione simile a quello che fu il luddismo nella prima rivoluzione industriale, ovvero la risposta violenta all’introduzione delle macchine. Tuttavia, questa rivoluzione c’è e non si può fermare. Si può solo indirizzare nel modo migliore possibile.

Il capitalismo della sorveglianza si presenta come il complemento economico reso possibile dalla quarta rivoluzione industriale. Il capitalismo della sorveglianza si appropria dell’esperienza umana usandola come materia prima da trasformare in dati sui comportamenti. Alcuni di questi dati vengono usati per migliorare prodotti o servizi, ma il resto diviene un surplus comportamentale privato, sottoposto a un processo di lavorazione avanzato noto come “intelligenza artificiale” per essere trasformato in prodotti predittivi in grado di vaticinare cosa faremo immediatamente, tra poco e tra molto tempo. Infine, questi prodotti predittivi vengono scambiati in un nuovo tipo di mercato per le previsioni comportamentali: “mercato dei comportamenti futuri”.

giovedì 15 giugno 2023

Kropotkin e il comunismo anarchico

 

Questa concezione dell'innata socialità dell'uomo, e della natura progressiva ed evolutiva della storia umana portano Kropotkin ad abbracciare il comunismo quale forma economica della futura società anarchica. E, contrariamente ad altri anarco-comunisti, che ammettono altri sistemi o sottosistemi economici all'interno di un quadro pluralista, per Kropotkin il comunismo è l'unico sistema privo di contraddizioni sociali racchiusa nel principio "da ognuno secondo le sue forze, ad ognuno secondo i suoi bisogni". Questa formula abolisce la schiavitù del salario e la dipendenza dal bisogno. Il comunismo anarchico è il "comunismo senza governo, quello degli uomini liberi, è la sintesi dei 2 scopi ai quali mira l'umanità attraverso i tempi: la libertà economica e la libertà politica". Il comunismo è il completamento dell'anarchia, ovvero l'uguaglianza che completa la libertà. La giustificazione del comunismo è trovata da Kropotkin nella sua perfetta rispondenza alle leggi dell'evoluzione naturale. Comunismo e mutuo appoggio sono due definizioni della stessa realtà: la logica della vita che preserva se stessa, il principio di sopravvivenza alla sua massima espressione. Come già Bakunin prima di lui, Kropotkin si propone di abolire la differenza tra lavoro manuale e lavoro intellettuale ma anche tra città e campagna. Il tipo di organizzazione sociale anarchica si deve basare sui bisogni pratici,e non su quesiti astratti. Questa si deve sviluppare partendo "dalla libera intesa per territori, funzioni e professioni di tutti gli interessati". Quindi "comuni indipendenti per gli aggruppamenti territoriali, vaste federazioni di mestieri per gli aggruppamenti di funzioni sociali -gli uni allacciati agli altri per aiutarsi a vicenda nel soddisfare i bisogni della società – e aggruppamenti di affinità personali, varianti all'infinito, di una durata o effimeri, creati a seconda dei bisogni del momento per tutti gli scopi possibili. Queste tre specie di raggruppamenti formerebbero come una rete tra loro e giungerebbero a permettere la soddisfazione di tutti i bisogni: il consumo, la produzione, lo scambio; le comunicazioni, le misure sanitarie, l'educazione; la protezione reciproca contro le aggressioni, il mutuo appoggio, la difesa del territorio; la soddisfazione, infine, dei bisogni scientifici, artistici e letterari." In sostanza si tratta di una pianificazione, ma che non ha niente a che vedere con la pianificazione autoritaria, in quanto nasce dal basso e dalle esigenze pratiche. L'idea è quella di una società che si autoregola basandosi sull'equilibrio spontaneo. L'ottimismo eccessivo e lo scientismo di Kropotkin non assumono mai il carattere della totalità, poiché basati sul metodo deduttivo e sperimentale, fondato sulla verifica continua quale garanzia contro le tentazioni totalitarie Alcune delle impostazioni di base di Kropotkin, e in particolar modo l'ottimistica idea che la società vada spontaneamente evolvendosi verso la libertà e l'uguaglianza, appaiono superate, tuttavia è vero che sotto altri aspetti l'opera di Kropotkin serbi ancora motivi rilevanti di interesse. Se è vero che l'identificazione fra scienza ed anarchia ed il determinismo che da ciò deriva risulta contraddittorio con l'ideologia libertaria, è altresì vero che lo stesso Kropotkin lo supera sostenendo la necessaria coerenza tra mezzi e fini e dia a questa rilevanza metodologica, e cioè scientifica. Il rapporto coerente tra mezzi e fini ci dice che questi possono essere raggiunti solo attraverso l'adeguamento dei mezzi alla natura dei fini. Non solo, ma i fini non sono dati, ma posti ovvero è la prassi rivoluzionaria, l'azione cosciente dell'uomo che determina i fini, che sono quindi la meta di un'azione cosciente e volontaria. Per ciò "la questione che l'anarchia si propone di risolvere potrebbe concretarsi come segue: quali forme sociali assicurano più efficacemente, in determinate società per amplificazione, nella umanità in generale, una maggior somma di benessere e, per conseguenza, una fonte più copiosa di vitalità?" La scienza pone quindi delle domande, mentre l'anarchia cerca di dare delle risposte. Mentre l'economia classica e marxista si basa su una prospettiva "oggettiva" dove la libertà di scelta non esiste, l'anarchismo Kropotkiniano si basa su una prospettiva rivoluzionaria, dove l'emergere del sociale e della volontà crea i propri fini e la propria azione, operando una scelta. E' universalizzando la pratica e la metodologia della scienza che si può arrivare, attraverso sperimentazioni ed errori, alla libertà ed all'uguaglianza, all'utopia attraverso la scienza.

lunedì 12 giugno 2023

Crass sulla pace

La nostra arte e la nostro creatività sono le nostre armi più potenti. Dobbiamo usare lo nostra fantasia per stabilire il nostro futuro: incominciamo a preparare il mondo nuovo. Nessuna rivoluzione è auspicabile se non si ha una chiara visione di quello che si vuole dopo. Non è forse giunto il momento di chiederci per che cosa vogliamo combattere? Creiamo dunque le politiche di comportamento per il nostro futuro. Siamo così spesso forzati alla rinuncia, ci nascondiamo dentro al nostro buco; al buio, per guardare la luce che brillo così distante do noi. Non è forse tempo che ci muoviamo in direzione di quello luce? Adesso, forse, sono giunto al momento più difficile di questo mio scritto, il punto più: importante per mettere allo prova la mia natura essenzialmente pacifista. Quando la gente verrà a conoscenza di qualche possibilità di cambiamento reale, in un primo momento si limiterà ad assistere, a solidarizzare passivamente, e solo in un secondo momento si sentirà coinvolta e parteciperà attivamente allo lotta. Lo stato, i suoi agenti, i suoi "amici" ed alleati (da qui la necessità di una rivoluzione internazionale) si opporranno alla concessione dello libertà reclamata, libertà allo quale la gente non sarà disposta a rinunciare. Per quelli che facevano parte del grande movimento pacifista degli ultimi anni '70, e che a quel tempo erano convinti delle strategie puriste e pacifiste del primo movimento nonviolento, si porrà la domanda cruciale: combattere o non combattere? Combattere oppure sottomettersi all'inevitabile barbarie con cui lo stato reagirà alla rivoluzione? Se il movimento pacifista è davvero schierato dalla parte della pace, non può, in alcun modo tollerare l'esistenza dello reato, soprattutto perché la pace così come lo stato l'intende non è altro che una situazione generale di calma e torpore, un senso di sicurezza che lo stato può controllare direttamente. Se cerchiamo la pace, la vera pace mettendo da parte le nostre differenze, noi andiamo verso la rivoluzione, poiché in nessun altro modo le nostre domande troveranno una risposta. Verrà il momento in cui noi non ci dovremo più confrontare con la polizia, ma con l'esercito. So che se il mondo non verrà prima distrutto dallo stato, verrà il tempo dello rivoluzione. So che tutti i pacifisti contribuiscono e hanno contribuito a questa situazione. Quello che non so e se sarò oppure no disposto a prendere in mano un fucile.

venerdì 9 giugno 2023

Proudhon sulla spontaneità

Quel che è importante rilevare nei movimenti popolari è la loro completa spontaneità. Il popolo obbedisce a un incitamento o ad una suggestione che viene dal di fuori, oppure ha una ispirazione, una intuizione o una concezione naturale? Ecco, nello studio delle rivoluzioni, quel che si potrebbe stabilire, senza troppe pretese. Indubbiamente le idee che in qualsiasi epoca hanno agitato le masse erano nate dapprima nel cervello di qualche pensatore; in fatto d'idee, di opinioni, di credenze, di errori, la priorità non è mai stata delle moltitudini, e oggi non potrebbe essere altrimenti. In ogni atto dello spirito la priorità è da attribuirsi all'individualità; il rapporto dei termini lo descrive. Ma c'è una bella differenza tra questo e il fatto che qualsiasi pensiero che ispiri l'individuo s'impossessi più tardi delle popolazioni; e non è neppur vero che le idee che entusiasmano le popolazioni siano tutte giuste e utili; e diciamo appunto, che ciò che importa soprattutto allo storico e filosofo è osservare come presso il popolo attecchiscano certe idee anziché altre, vengano generalizzate, sviluppate a suo modo, come esso ne faccia delle istituzioni e dei costumi che segue per tradizione, fino a che non cadono nelle mani dei legislatori e dei giustizieri che ne fanno a loro volta degli articoli di legge e delle regole per i tribunali.

La rivoluzione non è opera di nessuno.

Una Rivoluzione sociale come quella dell'89, che la democrazia operaia porta avanti sotto i nostri occhi, è una trasformazione che avviene spontaneamente nell'insieme e in ciascuna delle parti del corpo politico. È un sistema che si sostituisce ad un altro, un nuovo organismo che prende il posto di una organizzazione decrepita. Ma questa sostituzione non si opera in un attimo, come un uomo che si cambi d'abito o di coccarda; non si attua all'ingiunzione di un maestro che abbia pronta la sua teoria, e neppure per rivelazione. Una Rivoluzione veramente organica, prodotto della vita universale, per quanto abbia i suoi messaggeri e i suoi esecutori, non è veramente opera di nessuno.