..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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domenica 19 luglio 2015

Da Jarry ai Provos

La patafisica, il movimento anticipatore del surrealismo creato dallo scatenato Alfred Jarry è indissolubilmente legato alla sua fiammante bicicletta da corsa. La scoperta dell'LSD da parte dello scienziato svizzero Albert Hofmann nel 1943 è tutt'uno con la sua mitica pedalata fatata per le vie di Basilea. Difficile pensare alla lotta di popolo dei vietnamiti senza lo strabiliante sistema di rifornimento condotto da sgangherate biciclette che attraversavano i sentieri nella giungla portandosi in groppa persino gli obici. Uno degli strumenti infallibili per misurare la civiltà di un paese è lo spazio che esso offre ai propri ciclisti (paesi scandinavi in testa, paesi mediterranei in coda).
In Olanda agli inizi degli anni '60 in pieno boom automobilistico, proprio quando tutti, ma proprio tutti, sognavano la loro bella quattroruote, si fanno notare degli strani personaggi che vanno totalmente controcorrente.
Sono i Provos, un gruppo di anarchici dadaisti e zuzzurelloni, a cui spetta la palma di avanguardia di quella contestazione giovanile che verso la fine del decennio infiammerà l'intero occidente. I Provos nutrivano un senso di frustrazione e di rigetto nei confronti della società consumista e alienante, per usare le loro parole, si sentivano in questo mondo "come ciclisti su un'autostrada". Scelsero la bicicletta come santo strumento tribale, arma comunitaria contro i comportamenti antisociali degli automobilisti che agivano (e agiscono) indisturbati contro l'ambiente coperti dalla grande industria e dalla polizia.
Gli automobilisti amorevolmente coccolati dagli spacciatori di petrolio e dai cementificatori, erano (e sono) il "braccio armato" di uno stile di vita che ormai andava inesorabilmente modellando la geografia del pianeta. Il piano era (ed è) distruggere il tessuto umano dei quartieri storici creando un mondo in cui fosse impossibile andare a scuola, al lavoro, a far la spesa, a curarsi e a divertirsi senza poggiare il culo su un autoveicolo, senza pagare il balzello all'industria e allo stato e senza devastare il territorio).
I Provos osano sbeffeggiare il simbolo della crescita economica, il dogma della modernità, rivendicando il diritto di camminare per la città senza venir minacciati fisicamente da bande di psicopatici aggressivi rinchiusi dentro una scoreggiante scatola di ferro. I Provos soprattutto rivendicano il diritto e il piacere di non seguire i modelli di consumo e di non consumare.
Dotati di una formidabile capacità di spiazzare le autorità e di dar vita a fantasiose pratiche di disobbedienza civile, restano vivi nella memoria dei più per il famoso "piano delle biciclette bianche", la messa a disposizione della cittadinanza di Amsterdam di un certo numero di biciclette collettivizzate. Biciclette sempre aperte a disposizione di chiunque se ne volesse servire, un mezzo di trasporto gratuito, una provocazione contro la proprietà privata capitalista. "La bicicletta bianca è anarchica e simboleggia semplicità e igiene di fronte alla cafonaggine e alla zozzeria dell'automobile. Una bicicletta non è nulla ma è già qualcosa". Un atto ecologico (anche se allora la parola ecologia non era esisteva ancora).
I Provos scelsero di dipingere le bici di bianco - dopo aver scartato l'idea di farle rosse e nere, come la bandiera anarchica - per il semplice fatto che le loro azioni avvenivano prevalentemente di notte. Un bel numero di cittadini, rispondendo ai loro appelli, si reca nel luogo di raccolta, offre le proprie biciclette e le dipinge di bianco, mettendole a disposizione del provotariato. Il successo è immediato e l'operazione accende l'immaginazione di altri gruppi consimili da Stoccolma a Berkeley, da Praga a Oxford (motto dell'iniziativa "Il bianco annulla tutto, soprattutto la proprietà). Un famoso gruppo psichedelico inglese i Tomorrow lancia un brano delizioso, My White Bicycle, che diffonde il messaggio libertario persino nella hit parade. (Anche in Italia Caterina Caselli incide un brano dedicato alla provocazione provo).
Ma il segnale più evidente del successo del piano biciclette bianche è la risposta della polizia. Le autorità reagiscono immediatamente e in modo ridicolo: vengono sequestrate una cinquantina di bici in giro per la città. La giustificazione è che non essendo chiuse col lucchetto rappresentano un istigazione al furto. In pratica è la polizia a rubarle, visto che non le restituirà più ai legittimi proprietari, i cittadini di Amsterdam. In una società in cui vige la proprietà privata, ciò che è gratis è illegale e pericoloso. I ladri di biciclette in divisa non fanno altro che promuovere il piano provo, attirando nelle loro file un numero crescente di sostenitori e spingendo l'opinione pubblica a solidalizzare con loro.

giovedì 20 giugno 2013

Provos

Il movimento Provo (Provo è traducibile come «provocazione») è stato un gruppo contestatario, con forte venature libertarie, attivo politicamente e socialmente nei Paesi-Bassi durante gli anni 1965-1970: rivendicavano un'anima ecologista e libertaria; le sue azioni erano spesso umoristiche.
Venne fondato da Robert Jasper Grootveld e dagli anarchici Roel van Duyn e Rob Stolk nel 1965. Grootveld era un ex-lavavetri, artista di strada ed attivista anti-tabagista che si "divertiva" a dipingere una K (simbolo di Kancer) sui manifesti pubblicitari di sigarette. Attorno alla sua figura, che aveva fondato nel 1965 uno pseudo centro-magico, si coagularono tantissimi giovani pacifisti, anarchici, antimilitaristi e anti-sistema in genere. Nacque così il movimento dei provo.
Un ruolo molto importante nella nascita del movimento lo ebbe anche Roen van Duyn, un filosofo molto introverso, ispirato dall'anarchismo, dal Dadaismo, da Herbert Marcuse e dal Marchese de Sade. Van Duyn divenne elemento decisivo nella pubblicazione dell'omonima rivista, che portava come indicazione: «Provo, mensile degli anarchici». Fu il sociologo olandese Buikhuizen a coniare per primo il termine «Provo» (in italiano il termine può essere tradotto in "provocazione") in una descrizione assecondante dei Nozems, una delle prime subculture olandesi moderne, nata e sviluppata a cavallo degli cinquanta-sessanta, che sarà alla base della nascita del movimento. L'anarchico Roel Van Duyn fu il primo a riconoscere il potenziale nascosto dei Nozems, affermando nel 1965: «È nostro compito convertire la loro aggressione in una coscienza rivoluzionaria».
I simboli che li caratterizzarono furono le biciclette bianche (significante il comportamento antisociale degli automobilisti) e la mela, che veniva frequentemente offerta ai passanti e che i provos mangiavano frequentemente (secondo diverse fonti storiche la A cerchiata spesso veniva utilizzata per simboleggiare la mela dei provos). Il movimento ebbe immediatamente una caratterizzazione molto libertaria, d'altronde la città in cui spesso si riunivano, Amsterdam, era un simbolo stesso di libertà in quel periodo. La piazza in cui si incontravano era la Spuipplatz, al centro della quale c'era una piccola statua (Lieverdje), raffigurante un fanciullo. Essendo stata donata da un mercante di tabacco, i Provos si divertivano nel "profanarla" lanciandole contro oggetti vari o dipingendola di bianco. I veri e propri happenings a cui partecipavano centinaia di persone, talvolta terminavano con l'arrivo della polizia e con l'arresto di qualche persona.
Nel giugno 1965 apparve ad Amsterdam per la prima volta il giornale Provo, sotto la direzione di Roel van Duyn. Annunciando l'uscita del loro giornale, pubblicarono il loro manifesto programmatico:

«PROVO è un foglio mensile per anarchici, provos, beatniks, nottambuli, arrotini, avanzi di galera, semplici simoni stiliti,maghi, pacifisti, mangiatori di patatine fritte, ciarlatani, filosofi, portatori di germi, stallieri reali, esibizionisti, vegetariani, sindacalisti, babbi natale, maestri d'asilo, agitatori, piromani, assistenti dell'assistente, gente che si gratta e sifilitici, polizia segreta e altra plebaglia del genere.
PROVO è qualcosa contro il capitalismo, il comunismo, il fascismo, la burocrazia, il militarismo, il professionismo, il dogmatismo e l'autoritarismo.
PROVO deve scegliere tra una resistenza disperata ed una estinzione sottomessa.
PROVO incita alla resistenza ovunque sia possibile.
PROVO è cosciente del fatto che alla fine perderà, ma non può lasciarsi scappare l'occasione di compiere almeno un ennesimo sincero tentativo di provocare la società.
PROVO considera l'anarchia come fonte d'ispirazione alla resistenza.
PROVO vuol ridar vita all'anarchia ed insegnarla ai giovani.
PROVO È UN'IMMAGINE.»

In questa maniera il movimento Provo venne fatto conoscere alla città: essi intendevano portare in Olanda, ritenuto un paese simbolo di benessere e tranquillità, un vento rivoluzionario che quantomeno criticasse l'esistenza stessa di quest'ordine precostituito. Per queste ragioni ebbero atteggiamenti molto provocatori, anche se sempre non-violenti: la violenza era, infatti, intesa come una pratica d'azione politica non consona alle loro peculiarità. Atteggiamenti volti alla ridicolizzazione delle autorità furono quasi all'ordine del giorno, l'azione era sempre improntata sull'ironia (chiesero che la polizia girasse disarmata e portasse cibo da donare ai poveri al posto dei manganelli), il sarcasmo e la disobbedienza. I metodi creativi dei Provos erano tanto originali ed anomali quanto altamente sovversivi; la sinistra e i sindacati non li comprendevano e la polizia li considerava alla stregua dei peggiori sovversivi.
Una delle azioni più eclatanti fu da loro compiuta il 10 marzo 1966: durante il passaggio del corteo nuziale della principessa Beatrice, i provos fecero esplodere alcuni fumogeni. La protesta serviva ad attirare l'attenzione sul fatto che la principessa si stava unendo in matrimonio con l'ex-nazista Claus von Amsberg. La polizia caricò pesantemente i giovani “provocatori”, ci furono molti feriti e qualche arresto. Il giorno seguente molti olandesi si dichiararono scandalizzati dalla violenza della polizia olandese.
I Provos elaborarono diverse proposte politiche conosciuti come "Progetti bianchi", attraverso i quali si intendevano socializzare i mezzi di trasporto, le abitazioni (nelle pagine della rivista PROVOS venivano elencati gli appartamenti sfitti da occupare), i metodi contraccettivi, ecc. Il primo di questi progetti prese il nome di Piano delle Biciclette Bianche (1965), che proponeva di sostituire progressivamente le automobili e le moto con le biciclette di proprietà comune. Sulla rivista Provo n.9 del 1965 l'artista Constant Nieuwenhuys (già fondatore del gruppo CO.BR.A.) pubblicò alcune progetti di urbanizzazione che mettevano in primo piano i bisogni dell'essere umano. Altri "progetti bianchi" portarono nomi curiosi, come il "Piano dei Piedi Scalzi", "Piano dei Camini Bianchi", "Piano delle Abitazioni Bianche".
Alle elezioni amministrative del 1° giugno 1966 uno dei provos, De Vries, fu eletto nel consiglio comunale di Amsterdam, suscitando polemiche interne al movimento; critiche che venivano soprattutto dall'anima anarchica del movimento. Il 22 marzo 1967 De Vries si dimise e venne sostituito da Luud Schimmelpennick, l'ideatore del piano per le biciclette bianche. Si pensava ad una sorta di cambio della guardia, invece il 13 maggio 1967 i provos olandesi annunciarono pubblicamente il loro scioglimento.
Nel periodo successivo in molti si aspettavano la rinascita improvvisa del movimento; alla fine del 1969, Roel van Duyn, portandosi dietro il suo saggio Sabotaggio come arma alternativa di difesa, prese personalmente il posto vacante nel Consiglio Comunale di Amsterdam che spettava ai provos. Molti militanti oramai avevano preso altre strade, del gruppo originale rimasero in pochi, e questi diedero vita al movimento Kabouters, che però si differenziò notevolmente nei modi e nei fini rispetto ai Provo. Questi erano sostanzialmente pessimisti mentre i Kabouters, nonostante usassero un linguaggio più aggressivo e catastrofico, pensavano che la società potesse essere cambiata e quindi si adoperavano per questo. Anche loro però furono accusati di avventurismo e di aver partecipato alle elezioni amministrative, così nel giro di pochi anni anche la loro esperienza terminò definitivamente.
L'esperienza dei provos olandesi fu subito imitata da altre realtà che si diffusero rapidamente in tutta Europa, specialmente in Belgio, Germania e nel nord Europa. Anche in Italia nacquero nel 1967 alcuni gruppi che si ispiravano alle azioni dei Provos: il più noto di questi è il collettivo milanese Onda Verde, fondato, tra gli altri, da Andrea Valcarenghi, futuro animatore della rivista Re Nudo.