..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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giovedì 28 gennaio 2021

Il linguaggio della menzogna

I giornali, la radio, la televisione sono i veicoli più grossolani della menzogna, non solo perché allontanano dai veri problemi, dal “come vivere meglio?” che si pone concretamente ogni giorno, ma perché costringono gli individui ad identificarsi con immagini ben fatte, a porsi astrattamente al posto di un capo di stato, di una vedette, di un assassino, di una vittima, a reagire come altro da sé. Le immagini che ci dominano sono il trionfo di tutto ciò che non siamo e di tutto ciò che ci allontana da noi stessi; di ciò che ci trasforma in oggetti destinati unicamente ad essere classificati, etichettati, gerarchizzati secondo i parametri del sistema della merce universalizzata.

Esiste un linguaggio al servizio del potere gerarchico. Esso non alligna solamente nell’informazione, nella pubblicità, nel senso comune, nelle abitudini, nei gesti condizionati, ma è presente anche in tutti i discorsi che non preparano la rivoluzione della vita quotidiana, in tutti i discorsi che non sono posti al servizio dei nostri piaceri.

Il sistema mercantile impone le sue rappresentazioni, le sue immagini, il suo senso, il suo linguaggio. Questo tutte le volte che si lavora per lui, quindi per la maggior parte del tempo. L’insieme d’idee, di immagini di identificazioni, di condotte determinate dalla necessità di accumulazione e di riproduzione della merce costituisce lo spettacolo in cui ciascuno recita ciò che non vive realmente e vive falsamente ciò che non è. Perciò il ruolo è una menzogna vivente, e la sopravvivenza una maledizione senza fine.

Lo spettacolo (ideologie, cultura, arte, ruoli, immagini, rappresentazioni, parole-merci) è l’insieme delle condotte sociali mediante le quali gli uomini entrano a far parte del sistema mercantile. Partecipare questa farsa significa rinunciare a se stessi, ridursi a meri oggetti di sopravvivenza (merci), e rinviare per l’eternità il piacere di vivere concretamente per se stessi e di costruire liberamente la propria vita quotidiana.

Noi siamo per una società dove il diritto di comunicazione reale apparterrà a tutti, dove ognuno potrà far conoscere i propri desideri e i propri interessi avendo a sua completa disposizione tutte le tecniche (stampa, telecomunicazioni, internet …), dove la costruzione di una vita appassionante eliminerà per sempre la necessità dei ruoli e la costrizione di dover dare maggior importanza all’apparenza piuttosto che al vissuto autentico.

mercoledì 20 gennaio 2021

Noi non vogliamo una scuola in cui si impara a sopravvivere

 

Noi non vogliamo più una scuola in cui s’impara a sopravvivere disimparando a vivere. La maggior parte degli uomini non sono stati altro che animali spiritualizzati, capaci di promuovere una tecnologia al servizio dei loro interessi predatori ma incapaci di affinare umanamente la vita e raggiungere così la propria specificità di uomo, di donna, di fanciullo. Al termine di una corsa frenetica verso il profitto, i topi in tuta e in giacca e cravatta scoprono che non resta più che una misera porzione del formaggio terrestre che hanno rosicchiato da ogni lato. Dovranno progredire nel deperimento, o operare una mutazione che li renderà umani.

E’ tempo che il memento vivere prenda il posto del memento mori che bollava le conoscenze sotto il pretesto che niente è mai acquisito.

Ci siamo lasciati troppo a lungo persuadere che non c’era da attendere altro dalla sorte comune che la decadenza e la morte. É una visione da vegliardi prematuri, da golden boys caduti in senilità precoce perché hanno preferito il denaro all’infanzia. Che questi fantasmi di un presente coniugato al passato cessino di occultare la volontà di vivere che cerca in ciascuno di noi la via della sua sovranità!

Per spezzare l’oppressione, la miseria, lo sfruttamento, non basta più una sovversione avvelenata dai valori morti che essa combatte. É venuta l’ora di scommettere sulla passione incomprimibile di ciò che è vivo, dell’amore, della conoscenza, dell’avventura che chiunque abbia deciso di crearsi secondo la sua “linea di cuore” inaugura ad ogni istante.

La società nuova comincia dove comincia l’apprendistato di una vita onnipresente. Una vita da percepire e da comprendere nel minerale, nel vegetale, nell’animale, regni da cui l’uomo deriva e che porta in sé con tanta incoscienza e disprezzo. Ma anche una vita fondata sulla creatività, non sul lavoro; sull’autenticità, non sull’apparire; sull’esuberanza dei desideri, non sui meccanismi di rimozione e di sfogo. Una vita spogliata della paura, dell’obbligo, del senso di colpa, dello scambio, della dipendenza.

Perché essa coniuga inseparabilmente la coscienza e il godimento di sé e del mondo.

venerdì 15 gennaio 2021

Lo sciopero generale, di Errico Malatesta

I tram cessarono immediatamente di circolare e tutti i negozi si chiusero e o sciopero generale si trovò attuato senza che ci fosse bisogno di deliberarlo e proclamarlo. L'indomani e i giorni susseguenti Ancona si trovò in stato d’insurrezione potenziale. Dei negozi di armi furono saccheggiati, delle partite di grano furono requisite; una specie di organizzazione per provvedere ai bisogni alimentari della popolazione si andava abbozzando. La città era piene di truppa, navi da guerra si trovavano nel porto, ma l'autorità, pur facendo circolare grosse pattuglie non osava reprimere evidentemente perché non si sentiva sicura della obbedienza dei soldati e dei marinai. Infatti soldati e marinai fraternizzavano con il popolo; le donne, le impareggiabili donne anconetane carezzavano i soldati, distribuivano loro vino e sigarette, l'inducevano a mischiarsi con la folla; qua e là degli ufficiali erano
  sputacchiati e schiaffeggiati in presenza delle loro truppe e i soldati lasciavano fare. Lo sciopero prendeva ogni giorno di più il carattere di insurrezione, e già dei proclami dicevano che non si trattava più di sciopero che bisognava riorganizzare sopra nuove basi la vita cittadina.

Ora continueremo... se il governo e la borghesia si immaginano di aver vinto la rivoluzione e di averla domata; s'accorgeranno un giorno quanto e mai è grande il loro errore... le occasioni possono capitare quando uno meno se lo aspetta, bisogno stare pronti sempre.

lunedì 11 gennaio 2021

Fratelli Miei - Toro Seduto del popolo Sioux


Guardate, fratelli miei, la primavera è arrivata;

la terra ha ricevuto l'abbraccio del sole

e noi vedremo presto i risultati di questo amore!

Ogni seme si è svegliato.

E così anche tutta la vita animale.

E grazie a questo potere che noi esistiamo.

Noi perciò dobbiamo concedere ai nostri vicini,

anche ai nostri vicini animali,

il nostro stesso diritto di abitare questa terra.

Quando avrete abbattuto

l'ultimo albero

quando avrete pescato

l'ultimo pesce

quando avrete inquinato

l'ultimo fiume

allora vi accorgerete

che non si può

mangiare il denaro

È stato il Grande Spirito a porre qui la terra

e non possiamo venderla perché non ci appartiene.

Potete contare il vostro denaro

e potete bruciarlo nel tempo in cui un bisonte piega la testa

ma soltanto il Grande Spirito sa contare i granelli di sabbia

e i fili d'erba della nostra terra.


giovedì 7 gennaio 2021

Torino: un buon anno a chi lotta! Liber* tutt*

Non possiamo che augurare un migliore 2021 alle nostre compagne e compagni che stanno subendo pesanti restrizioni della loro libertà, per aver lottato tutti i giorni contro il fascismo e contro il sistema che sta portando alla devastazione il pianeta terra e le sue popolazioni, grande è il loro impegno e la loro determinazione.

 

Per la giornata del 3 marzo 2012 quando i notav organizzarono un'iniziativa al casello autostradale di Avigliana, facendo passare le auto senza pagare il pedaggio per qualche minuto:

Dana condannata a 2 anni di carcere, alle vallette ormai da più di tre mesi

Mattia B, condannato a 2 anni sempre per lo stesso motivo, a cui si somma un altro anno per gli scontri durante il g8 all’università di Torino nel 2009. Il tribunale di sorveglianza gli ha concesso l’affido in prova come misura alternativa al carcere comunque con numerose restrizioni.

Mattia M, condannato ad 1 anno e otto mesi, a cui si sommano altri mesi, sempre per le giornate di lotta durante il g8 all’università di Torino. Sta scontando la pena agli arresti domiciliari.

Stella condannata a 2 anni, anche lei sta scontando la pena ai domiciliari con tutte le restrizioni del caso.

Francesca, condannata ad un anno, affido in prova.

Maria Edgarda, la nostra Eddi, invece è sottoposta alla Sorveglianza Speciale, in quanto ritenuta socialmente pericolosa per aver preso parte alla rivoluzione del popolo kurdo in Siria del Nord e per aver combattuto contro lo Stato Islamico!

Altre pesanti misure contro le compagne e i compagni che hanno cacciato dall’università di Torino i fascisti del fuan a febbraio 2020:

Nicola, Stefano ed Eugenio sono agli arresti domiciliari già da 5 mesi.

Anna F, Jacopo, Cecca, Maya, Daniele, subiscono il divieto dimora a Torino.

Costanza, Jacopo, Niccolò, Anna Q, Marta, Robertina sottoposte all’obbligo di firma

Per la giornata di lotta antifascista contro Casapound, nel febbraio 2018 a Piacenza, Giorgio detto “Brescia” sta scontando 3 anni e sei mesi di arresti domiciliari. Finalmente dopo 2 anni gli è stata concessa la libertà diurna.

Stefanino invece sta scontando 5 mesi agli arresti domiciliari per un’azione al cantiere Tav di Chiomonte nel 2015.

Sempre per fatti legati alle manifestazioni al cantiere tav, Letizia, Cecilia, Luca e Matteo hanno il divieto di dimora a Giaglione e Chiomonte.

Altre decine di compagni e compagne a Torino e in tutta Italia stanno subendo misure di questo tipo per aver partecipato a lotte sociali, anche a tutt* loro va il nostro saluto e la nostra solidarietà.

Questi numeri dovrebbero far pensare a quanto il Tribunale e la Questura di Torino stiano portando avanti una vera e propria campagna contro attivist* e militant* delle lotte sociali. La politicizzazione di queste istituzioni è ormai senza più veli.

Buon anno dunque a chi lotta, a chi resiste e a chi è ristretto! Liber* tutt*!

(Tratto da infoaut.org)

mercoledì 6 gennaio 2021

L'obiettivo della rivoluzione di Michail Bakunin

L'obiettivo della rivoluzione è l'estirpazione del principio di autorità, comunque esso si manifesti, sia esso religioso, metafisico e dottrinario alla maniera borghese, o perfino rivoluzionario alla maniera giacobina, perché non ci interessa che l'autorità si chiami Chiesa, monarchia, Stato costituzionale, repubblica borghese, oppure dittatura rivoluzionaria.

La rivoluzione ha come scopo la radicale dissoluzione di tutte le organizzazioni, e istituzioni religiose, politiche, economiche attualmente esistenti, in modo tale che non rimanga pietra su pietra, in Europa e nel resto del mondo, del presente ordine di cose fondato sulla proprietà, sullo sfruttamento e sul dominio.

Noi intendiamo la rivoluzione come un rivolgimento radicale, come la sostituzione di tutte senza eccezione le forme della vita europea contemporanea con altre nuove, completamente opposte.

Noi vogliamo distruggere tutti gli Stati e tutte le Chiese, con tutte le loro istituzioni e le loro leggi religiose, politiche, finanziarie, giuridiche, poliziesche, educative, economiche e sociali, cosicché milioni di esseri umani ingannati, tenuti in servitù, torturati, sfruttati, possano respirare in completa libertà.

Ponendo l'esclusione assoluta di ogni principio di autorità e di ragione di Stato, noi miriamo per conseguenza all’abolizione delle classi, dei ceti, dei privilegi e di ogni specie di distinzione» e quindi, ancora una volta, all' abolizione,alla dissoluzione e alla bancarotta morale, politica, burocratica e giuridica dello Stato tutelare, trascendente, centralista, doppione e alter ego della Chiesa.

domenica 3 gennaio 2021

La Libertà vista da Bakunin

Io posso dirmi e sentirmi libero solo in presenza degli altri uomini ed in rapporto a loro. Io stesso sono umano e libero soltanto nella misura in cui riconosco la libertà e l’umanità di tutti gli uomini che mi circondano. Sono veramente libero solo quando tutti gli esseri umani, uomini e donne, sono egualmente liberi. La libertà di ogni individuo è infatti soltanto il riflesso della sua umanità. La libertà degli altri, lungi dall’essere un limite o la negazione della mia libertà, ne è al contrario la condizione necessaria e la conferma. Non divengo veramente libero se non attraverso la libertà altrui, così che più numerosi sono gli uomini liberi – e più profonda e più ampia è la loro libertà -, più estesa, più profonda e più ampia diviene la mia libertà. Si realizza la libertà illimitata di ognuno per mezzo della libertà di tutti. Confermata dalla libertà di tutti, la mia libertà si estende all’infinito”.

Dunque la dimensione positiva della libertà è eminentemente collettiva; il suo ruolo, però, consiste nel potenziare la libertà individuale, non nell’indicare all’uomo le direzioni e il senso ultimo della sua azione, la cui natura rimane irriducibilmente soggettiva e perciò immune da ogni codificazione di senso proveniente da fonte esterna. Di qui una delineazione radicale del rapporto tra libertà individuale e contesto sociale, tra impulso esistenziale ed etica pubblica. Poiché, infatti, “la libertà individuale e collettiva è l’unica creatrice dell’orine umano”, ne deriva che da essa nasce “l’assoluto diritto di ogni uomo o donna adulti di non cercare per le proprie azioni altre conferme che quelle della propria coscienza e della propria ragione, di non determinarle che per mezzo della propria volontà e di esserne quindi, prima di tutto responsabili solo verso se stessi e poi nei confronti della società di cui fanno parte, ma solo in quanto consentono liberamente di farne parte.