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lunedì 25 giugno 2012

Occupare la casa non è reato

-26 settembre 2011 Roma- una sentenza della cassazione ha assolto un occupante abusivo di una casa popolare di proprietà dello iacp in quanto il diritto alla casa rientra nei diritti fondamentali della persona tutelati dall’art. 54 del codice penale.
Da Roma a Milano, da Bologna a Palermo la pratica dell’occupazione della casa è diffusa e sempre più radicata nei quartieri popolari .
La necessità di riconquistare il proprio diritto all’abitare ha avuto negli ultimi 30 anni come unico sbocco la riappropriazione di quegli spazi che vengono quotidianamente sottratti a chi li ha da sempre vissuti.
Con il processo lento ma inesorabile di espulsione dei proletari dai centri storici destinati a diventare quartieri d’elite per l’alta borghesia locale o musei per turisti di lusso, con la cartolarizzazione e la vendita del patrimonio pubblico si è innescato un processo di liberalizzazione del mercato della casa.. Precari, disoccupati, migranti e studenti sono strangolati dagli affitti in continuo aumento in una città in cui l’emergenza abitativa ignorata da troppo tempo cresce di giorno in giorno a causa di una gestione delle politiche abitative orientate a mercificare anche il diritto di tutti e di tutte all’abitare.

DIFENDI GLI SFRATTI
COMBATTI LA PRECARIETA

nel centro storico della città, mentre, nello stesso periodo nascono analoghe cooperative a Roma, Padova, Livorno, Pistoia e Firenze.
Nel 1998 a seguito  dell’ occupazione di un palazzo di proprietà della Regione Lazio, in via Tommaso d’Aquino 11, l’assessore all’urbanistica fa approvare all’unanimità dalla Regione Lazio la prima legge per l’autorecupero del patrimonio pubblico.  L’AUTORECUPERO POSSIBILE
La proposta dell’autorecupero del patrimonio pubblico abbandonato ad uso abitativo viene dai movimenti di lotta per la casa del Nord Europa (Olanda, Inghilterra, Germania)degli anni ’70.
In Italia, i primi a praticarla, costruendo la cooperativa “Chi non occupa preoccupa”, sono i bolognesi che, nel 1982 sono riusciti ad ottenere il primo bando pubblico di alloggi da autoristrutturare da parte di cooperative di senza casa. Da allora sono molte le altre esperienze di occupazione ed auto recupero portate avanti dalle realtà di lotta per la casa a Roma ed in tutta Italia.

L’autorecupero , che  ma efficace, per affrontare il problema della casa anche a Palermo a fronte dei centinaia di appartamenti sfitti e diroccati, per questo invivibili in condizioni dignitose, che riempiono il centro storico.
In questo senso il censimento reale del patrimonio pubblico che potrebbe essere utilizzato per dare il via al progetto dell’autorecupero è il primo passo da compiere.  I futuri assegnatari vengono coordinati da un gruppo di professionisti, dall’infermiere alla segretaria, per poi partecipare in prima persona alle opere di realizzazione di quello che sarà poi la loro casa.può arrivare ad abbattere i costi di un appartamento fino a un massimo del 60%, è un modo, parziale.
Una gestione di questo tipo strapperebbe dalle mani della classe dirigente siciliana una grossa fetta dell’enorme meccanismo economico che riguarda la ristrutturazione del centro storico spesso commissionato, tramite gare d’appalto irregolari ad aziende edili colluse ed intricate con i poteri forti più o meno istituzionali delle nostre città.
Il centro sociale Excarcere rappresenta il luogo ideale in cui sperimentare il primo progetto di autorecupero a Palermo, in primo luogo per la sua posizione in un quartiere popolare del centro storico, L’Albergheria, e la sua vicinanza al mercato più grosso della città.
Il centro sociale Excarcere inoltre da più di 7 anni ha rappresentato e rappresenta in questa città il motore e il laboratorio delle lotte sociali, dalla lotta alla precarietà, alla rivendicazione del reddito garantito, dalla battaglia contro l’inceneritore, alla lotta per il diritto all’abitare.