L'oppressione è una rete di forze e
barriere che non sono sporadiche o occasionali e di conseguenza evitabili, ma
collegate sistematicamente tra loro in modo da catturare una persona al loro
interno, limitandone i movimenti in qualunque direzione. Essere oppressi è come
essere rinchiusi in gabbia: tutte le strade, in ogni direzione, sono bloccate.
Pensate alla gabbia di un uccello. Se guardate da vicino uno dei fili metallici
che la compongono, non vedrete gli altri. Potete esaminare quel filo da cima a
fondo e chiedervi come mai un uccello non voli via ogni volta che lo desidera.
Non troverete proprietà fisiche, neanche dopo un attentissimo esame, che
rivelino come un filo possa inibire o impedire la fuga di un uccello. E soltanto
dopo aver fatto un passo indietro e aver visto tutta la gabbia che capite il
motivo per cui l'uccello non può andare da nessuna parte. A quel punto diventa
ovvio che l'uccello è circondato da una rete di barriere sistematicamente
collegate tra loro, nessuna delle quali costituisce un ostacolo al suo volo in
sé eppure la loro combinazione le rende impenetrabili come le pareti di una
caverna. L'oppressione può essere effettivamente difficile da vedere e
riconoscere: si possono studiare gli elementi di una struttura oppressiva con
estrema attenzione senza riuscire a vedere la struttura nel suo complesso e, di
conseguenza, riconoscere che ci si trova di fronte a una gabbia. Tale visione
dell'oppressione permette di comprendere la distinzione tra i termini oppressione
e prevaricazione. Si parla di prevaricazione quando un individuo o un gruppo
controlla e intimidisce gli altri con l'uso della forza. La prevaricazione è
deleteria in tutte le sue forme, ma non corrisponde sempre all'oppressione.
Prevaricazione significa essere bloccati da un unico filo metallico di una
gabbia. Per esempio, quando l'unico ragazzo bianco in una scuola di neri viene
deriso e percosso, ci troviamo di fronte a un esempio di prevaricazione, non di
oppressione. Alcuni lo chiamano razzismo al contrario, ma l'espressione è
fuorviante: fa pensare che il ragazzo stia vivendo la stessa esperienza degli
studenti neri che crescono in una società dominata dai bianchi, e non è cosi.
L'oppressione non è fatta semplicemente di singoli episodi di prevaricazione,
pregiudizio o ignoranza. Oppressione vuol dire privilegiare sistematicamente un
gruppo rispetto a un altro. Non è possibile che un gruppo più privilegiato sia
oppresso da uno meno privilegiato: il razzismo al contrario è perciò una
contraddizione in termini. In un certo senso, anche termini come razzismo e
sessismo sono fuorvianti, in quanto non mettono in luce il fatto che in ogni
episodio di oppressione esista - oltre a quello preso di mira - un gruppo
privilegiato. Usando tali espressioni rischiamo di trascurare il ruolo svolto
da noi stessi in questi sistemi di oppressione. Il razzismo può sembrare una
semplice questione di pregiudizi e ignoranza, mentre in realtà il problema è
molto più profondo: si tratta del posto centrale che occupa nella nostra
cultura il fatto di avere la pelle bianca, meglio descritta da una definizione
come "supremazia dei bianchi". La moderna supremazia dei bianchi è un
antico sistema di sfruttamento e oppressione di continenti, nazioni e gente di
colore perpetuato a livello istituzionale. I bianchi impongono la loro tirannia
sugli altri allo scopo di difendere e preservare un sistema di ricchezze,
potere e privilegi. Attraverso un linguaggio che esprime chiaramente questo
sistema di dominio, siamo in grado di identificare chi detiene i privilegi e
qual è la reale posta in gioco.