L’idea che
bisogna godere a tutti i costi sta lavorando ad un rifacimento dei vecchi
divieti con le stesse conseguenze. Esso apporta, con molto destro, il suo
sostegno a quelli per cui la rivoluzione è un dovere, la radicalità una prova,
la vita uno spettacolo.
Mentre le
vecchie talpe della critica lavorano all’affossamento del vecchio mondo, i
liberatori dell’amore si operano per il miglioramento dell’economia sessuale.
Il piacere obbligatorio rimpiazza il piacere proibito. Il godimento si affronta
come un esame, con una bocciatura o una riuscita. Bere, mangiare, dedicarsi
all’amore fanno parte ormai degli ornamenti della buona reputazione. Per il
brevetto di radicalità, segnate qui la media oraria dei vostri orgasmi.
È finita con i
peccati dell’ozio da quando i piaceri vengono assunti alla fabbrica quotidiana.
Trasgredire i tabù, così comanda il progresso economico! L’emancipazione
obbligatoria, cosa di meglio per riaffermare il divieto fondamentale,
l’esclusione di ogni godimento che voglia sfuggire alla costrizione, al lavoro,
allo scambio?
Dove il
godimento non distrugge l’economia, c’è solo una emancipazione economizzata,
ogni libertà nasconde una repressione, ogni repressione si mostra come libertà.
Che ce ne
importa delle vostre distinzioni di medici legali e delle vostre scatole
etichettate: eterosessualità, omosessualità, perversione, coprolalia,
normalità, anormalità e tutti quanti. Il godimento non ha frontiere, e noi
intendiamo premunirci contro tutto ciò che tenta di limitarlo. Quando il
desiderabile cede al necessario, noi lo sfuggiamo come un lavoro.
Ciò che si
accanisce a distruggerci ci indica assai bene che non c’è piacere all’infuori
dell’affermazione della vita.