..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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sabato 8 agosto 2015

Vecchi "rivoluzionari" dimenticano

Nel 1857 Carlo Pisacane, Battistino Falcone, Giovanni Nicotera ed una ventina di rivoluzionari sequestrarono un piroscafo, assaltarono il carcere di Ponza, liberarono trecento detenuti, ripartirono per il Cilento e tentarono un'insurrezione che finì malissimo. Pisacane e Falcone vengono praticamente fatti a pezzi, mentre Nicotera si prende tre accettate in testa, gli sparano ad una mano e viene preso a picconate tanto da estrargli l'ombellico, come scrisse un medico.
Venti anni dopo un gruppo di anarchici issò la bandiera rossa e nera sui palazzi del governo di Letino e Gallo Matese e finirono diritto diritto in tribunale. Silvia Pisacane, figlia di Carlo, intercede per loro cercando aiuto nel padre adottivo, quel Nicotera che si salvò per un pelo nell'insurrezione del Cilento. Nicotera può aiutarli perché venti anni prima era un rivoluzionario, ma ora ė il ministro degli Interni.
Ė proprio a lui oltre che a Depretis, Crispi e Cairoli si rivolgono gli internazinalisti della banda del Matese. Vogliono il processo politico e cercano negli ex rivoluzionari una sponda. Invece verranno processati come cospiratori e si salveranno per la difesa dell'avvocato Francesco Saverio Merlino e anche per la morte di un re, quel Vittorio Emanuele che per i libri di storia aveva fatto l'Italia, ma si era dimenticato di cambiarsi il nome, così il primo sovrano del regno unito si chiamò "secondo".
Dopo di lui salì sul trono Umberto primo che proclamò l'amnistia e contribuì a far uscire di galera anche gli anarchici senza sapere che sarebbe stato proprio un anarchico, una ventina di anni dopo, ad attraversare l'oceano per andargli a sparare. E sarà di nuovo l'avvocato Merlino a difenderlo in tribunale.
È solo un girotondo di date e nomi ma sarebbe saggio ricordare che Pisacane e Nicotera a Sanza come Bresci a Monza o Malatesta e Cafiero nel Matese dovevano ancora compiere quarant'anni e un paio di loro non li festeggeranno mai. Rivoluzionari di vent'anni e trent'anni col passare degli anni finiscono in galera, al camposanto o in parlamento. Non tutti, ma la maggioranza. E quando i cinquantenni al potere incontreranno i ventenni ... non si riconoscono. Succederà ancora nel corso del novecento quando gli ex partigiani al governo non sapranno confrontarsi con i movimenti degli anni settanta, o come gli ex sessantottini con i giovani di adesso.
Non so quanto uno storico potrebbe ritenere che questo post possa essere di supporto ad una teoria seria, ma mi piace pensare che Bresci abbia voluto dare il suo contributo ad una lunga rivoluzione sognata dai ragazzini e tradita dai vecchi. E l'abbia fatto con una curiosa leggerezza che è anarchica e giovanile allo stesso tempo, l'unico slancio che può spingere un tessitore toscano a tornarsene dal New Jersey con una pistola ed una macchina fotografica non per immortalare il re, ma per vederlo morto.