Dal XIII secolo fino
alla rivoluzione francese, il termine compagno, o compagna, di arte indicava l'artigiano
operaio che, dopo aver terminato il suo apprendistato di parecchi anni al servizio
di un maestro artigiano-operaio, aveva dimostrato le sue capacità realizzando un
"capolavoro". La storia del compagnonnage, lunga e molto confusa, ha ben
poca importanza per la conoscenza delle origini del socialismo e dell'anarchismo
- salvo per quanto l'anarchismo individualista ha trovato un alimento in taluni
concetti (specie economici) venuti direttamente dalla tradizione del lavoro artigianale
e della sua organizzazione. L'apparizione delle manifatture, e poi delle fabbriche,
facendo nascere prima gli operai proletari e poi una classe operaia, ha respinto
il compagno-artigiano o verso la piccola borghesia commerciante, o verso le cooperative
di produzione della piccola borghesia commerciante,o verso le cooperative di produzione
della piccola industria d'arte e marginale, dato che questi due ambienti si sono
dimostrati particolarmente favorevoli a un certo umanesimo individualista. L'operaio
artigiano ha dei compagni d'arte, l'operaio proletario ha dei compagni, dei camerati.
Questi dividono con lui la sua camera (dallo spagnolo camerada); gli altri dividevano
il pane. Bisogna segnalare che la differenza tende a sparire. La compagna è la donna
con cui si vive. L'uso di questa parola, praticamente abbandonata dai comunisti
francesi dagli anni 30, permette: 1) di negare le categorie borghesi (moglie, amante);
2) di inserire nel linguaggio la nozione di uguaglianza dei componenti la coppia.