Dichiarazione dell’avvocato
Giuseppe Sotgiu nell’arringa difensiva per Giuseppe Battaglia al processo di appello
della banda 22 ottobre:
“L’azione di questi
uomini non è permeata di quel tatticismo che invece è proprio dei partiti tradizionali,
ma da quel bisogno che il giovane ha di vedere le cose più limpide e più chiare
anche se per avventura sono eccessive, ecco la spiegazione di questi gruppi, gruppetti,
gruppuscoli, una realtà della vita d’oggi che dobbiamo vedere però non nella luce
del 416, dell’associazione a delinquere, ma attraverso la luce della nostra società
in un periodo storico che indubbiamente è un periodo di passaggio da una civiltà
a un’altra; comunque la si pensi, bisogna non guardare davanti a sé o intorno a
sé per non comprendere che ci sono delle cose vecchie che devono finire e di fronte
alle cose vecchie non possono esserci che le cose nuove che devono nascere e che
stanno già nascendo. Questi giovani sono degli anticipatori forse, badate che sempre
così è stato nella storia e che il confine fra l’ideale e colui che poi viene definito
per l’efficienza della repressione «delinquente politico» è un margine molto da
poco e i delinquenti politici di oggi possono essere i governanti di domani e possono
essere gli uomini che danno il loro nome alle statue e anche alle lapidi nelle carceri,
non lo dimentichiamo, che questa è la realtà e voi giudici non mettetevi contro
la realtà perché siete portatori di una luce e di una pace che è per il progresso
degli uomini, e non già invece per la repressione e per ostacolare questa marcia
in avanti. Ebbene se questo è il caso che ci occupa, è cioè la nascita di un gruppo,
gruppetto, gruppuscolo in dissenso con le pratiche dei partiti ufficiali, o signori,
cosa dobbiamo dire, che questa è associazione a delinquere?”
(Tratto da: Controprocesso Rossi.
Comitato di difesa dei compagni della 22 ottobre, ciclostilato marzo 1974)