Ciò che al momento ci viene spontaneo, è
pensare che forse sono proprio quei proletari “abusivi e illegali”, quelle
fasce popolari oggetto della più feroce criminalizzazione (etica e a volte
addirittura antropologica) e dello stigma dell’arretratezza “civica”, ad essere
portatori di veri e genuini valori di solidarietà, umanità e accoglienza.
Valori sbandierati ma nei fatti assenti invece, nella quasi totalità non solo
del dibattito e dell’intervento politico istituzionale (fatto piuttosto da
respingimenti in mare e Cie), ma sovente anche di buona parte di quella che si
(auto)definisce “società civile”. Una risposta anche a chi come Salvini, nei
giorni scorsi in seguito al crollo di un pezzo dell’autostrada Palermo-Catania
aveva invitato i siciliani a ribellarsi contro i migranti, colpevoli di
sottrarre risorse alla popolazione locale e alla gestione di servizi e infrastrutture
nell’Isola. Un episodio, quello di oggi, di tutt'altro senso e sostanza
rispetto alla volontà politica (non solo salviniana) e mediatica della
creazione di un immaginario collettivo di "guerra tra poveri".
Immaginario utile, non in tal caso, alla frammentazione dell'immenso panorama
degli sfruttati; siano essi migranti o proletari.
Di seguito riportiamo la testimonianza
di un cittadino presente quella mattina a Ballarò e che ha voluto esprimersi
pubblicamente così su facebook.
“Quando,
stamattina, la volante è entrata dentro il mercatino delle "cose
Vecchie" di Ballarò, alcuni dei venditori si sono allontanati, da un po’
di tempo la polizia pattuglia la zona e sequestra la merce ai venditori della
zona, i commercianti preferiscono lasciare la roba incustodita e allontanarsi
per evitare una denuncia. Sono rimasti solo i più poveri, quelli che vendono
povere cose, tipo scarpe usate e vecchi abiti, vecchi peluche, giocattoli
rotti, fumetti e libri usati. A seguito della volante è entrato un autobus, poi
un'altra volante a bloccare la strada. L'autobus è rimasto al centro, fermo.
Dai finestrini sono cominciate ad affacciarsi le facce dei ragazzi, forse
Somali o Eritrei. Qualcuno dei venditori di cose vecchie si è avvicinato
incuriosito, poi sono arrivati gli altri a guardare le facce stanche di quei
ragazzi africani. C'è una donna bellissima che ha un bambino di 7 o 8 mesi al
massimo. Il piccolo ride e saluta con la manina, attraverso il vetro, quelle
facce curiose...saluta e ride. Ed è allora che succede. Un vecchio dai capelli
bianchissimi si avvicina alla sua bancarella, prende un paio di vecchie
ciabatte e le porge alla donna; altre mani si spingono fuori dai finestrini ed
il vecchio afferra tutta la sua merce e comincia a regalarla ai passeggeri del
bus: scarpe, maglie, asciugamani ..... e tutti lo imitano, tutti quei disperati
che sbarcano il lunario vendendo roba vecchia per pochi euro, cominciano a
regalare la loro merce ad altri migranti. Quelli che vendono fumetti e vecchi
libri corrono a comprare casse d'acqua e succhi di frutta e panini e il piccolo
dietro il vetro adesso ha pane e addenta uno sfincione e continua a ridere e a
salutare, stingendo un vecchio Panda con un occhio solo.”
Guardo
tutto e faccio qualche foto .... Il vecchio con i capelli bianchi, quello che
per primo ha cominciato a regalare la sua roba mi si avvicina e mi chiede una
sigaretta "non ho fatto in tempo ad accattarle (a comprarle)" ha gli
occhi lucidi, gli do la sigaretta e gli dico che ha fatto una cosa meravigliosa
.... lui sorride e non risponde, sul tappeto a terra gli è rimasto solo qualche
vecchio giornale e un paio di Tex strappati.
Anche
con i cassonetti traboccanti di “munnizza”, tutto attorno a me è cosi Bello,
Magnifico, Pulito ..... Mi allontano, passo davanti all'autobus, .... guardo i
Miei concittadini e veramente “ci criu ca postu megghiu o munnu pi nasciri un
cinnè” (ci credo allora veramente che posto migliore dove nascere al mondo non
c’è).
Giovanni Basile