Sputo sulla bandiera belga. Ci sputo
sopra, perché quella bandiera è grondante del sangue dei miei fratelli e delle
mie sorelle, di ieri e di oggi, che sono stati massacrati, torturati,
rinchiusi, affamati, sfruttati nel nome degli interessi dello Stato belga.
Sputo sulla bandiera fiamminga, perché
il suo nazionalismo nauseabondo mi fa vomitare. Quel nazionalismo che esalta i
valori dell’Ordine e del Lavoro, dando la caccia agli immigrati, ai “devianti”,
ai ribelli. Che cerca di irreggimentare tutti, ricco e povero, padrone e
lavoratore, burocrate e disoccupato, nella stessa identità nazionale, tutti
uniti contro "gli altri”, tutti per il Potere della Nazione e la
protezione dei suoi Valori. Come il razzismo, il nazionalismo è l’antidoto al
virus della guerra sociale, della lotta per l’emancipazione e per la
distruzione del potere.
Sputo sulla bandiera francofona, perché
è anch’essa una bandiera della politica. Ci sputo sopra perché detesto tutti i
politici di qualsiasi colore, tutti i padroni, tutti gli industriali, tutti i
potenti. Perché tra loro e me non può esserci che lotta ad oltranza – loro per
preservarsi, io per distruggere il loro potere e conquistare la libertà.
Sputo su tutte le bandiere nazionali,
perché dovunque venga issata una bandiera nazionale, l’oppressione è di casa. È
la bandiera che sventola sulle prigioni, sulle caserme militari, sui
commissariati, sui posti di confine. Tutte le istituzioni che soffocano la mia
vita e la libertà inalberano bandiere nazionali. E, come si vede in Tunisia,
Egitto o Libia, durante le sommosse l’apparizione della bandiera nazionale è
sempre il segno premonitore di un nuovo regime, di un nuovo potere, di un nuovo
sfruttamento.
Ma sputo anche su quelli che corrono
dietro alle bandiere nazionali. Che marciano al passo dell’inno nazionale, che
fanno la guerra nel nome della nazione, che sono fieri di servire gli interessi
della “propria” nazione, della “propria” comunità. Sputo su quei soldati ciechi
ed obbedienti schierati a protezione degli interessi del potere. E che sia
chiaro: me ne infischio se questo potere si chiama belga, fiammingo,
marocchino, vallone, palestinese, turco, europeo, africano o magari mondiale.
Io sputo sulle bandiere, perché sputo su qualsiasi potere, su tutte le
autorità.
Sputo sulle bandiere, perché il mio
grido di vita, il mio grido di rivolta, è l’anarchia, è la libertà che non
conosce leggi né frontiere.
[manifesto affisso in Belgio,
ottobre 2011]