La lotta contro
l'alienazione è la lotta contro l'autorità in qualunque modo questa abbia
origine o si manifesti. L'autorità consiste nell'oppressione che grava sopra un
individuo o sopra una collettività per forzarli o indurli ad acquisire delle
abitudini mentali, a compiere gesti, a conformarsi ai termini di contratti che
mai sono stati sottoposti al loro esame; quindi nella coercizione che li
obbliga e li induce, senza possibilità di discussione o di opposizione, a
compiere degli atti che se fossero lasciati alla loro volontà, certo non
compirebbero. Come si vede, Armand fa propria la più classica concezione
anarchica, secondo cui il rapporto di dominazione non ha particolari
caratteristiche sociali, economiche o politiche perché è un rapportoneutro,
universale: si applica indifferentemente ad ogni situazione storica, ad ogni
contesto collettivo o individuale. Vi è dominazione laddove alcuni individui
obbligano altri, non importa come, a far qualcosa contro la loro volontà. In
questo senso non vi è solo un potere politico, economico, civile e militare. Il
criterio individualista denuncia altresì una dominazione religiosa, morale,
intellettuale, l'autorità dei pregiudizi, dei costumi, delle abitudini, delle
convenzioni, delle tradizioni famigliari; l'autorità delle formule, dei dogmi,
delle professioni di fede, dei programmi, la dominazione delle scuole, delle
chiese, dei partiti, delle sette, dei gruppi. Insomma, denuncia la
trasversalità del principio di autorità quale trama riproduttiva e neutra
dell'intero universo storico-sociale.
Al rivolgimento
politico-sociale va sostituita un'azione che, prima di attaccare le strutture
oggettive del potere, deve minarne i fondamenti etico-culturali. Si tratta di
creare una orientazione nuova della mentalità, molto più efficace della
costituzione fittizia di un nuovo assetto sociale.
È da individuo a
individuo che deve anzitutto propagarsi questa nozione: che è un crimine
forzare qualcuno ad agire diversamente da come egli crede utile, o vantaggioso,
o gradevole per la propria conservazione, per il proprio sviluppo e per la
propria felicità. È ciò anche perché ogni forzatura è sempre inutile e porta
risultati opposti a quelli perseguiti. In conclusione, la trasformazione
rivoluzionaria rimane priva di reale effettività, senza una preliminare
educazione e iniziazione dell'ambiente ove essa dovrà svolgersi.