Nell’immaginario
della società contemporanea la figura del ladro è stata associata quasi esclusivamente
al crimine e più specificamente al reato di appropriazione indebita. Il ladro è
l’usurpatore di beni che non gli appartengono, colui che contro la legge sottrae
un bene mobile in danno del suo legittimo proprietario. Ma non è stato sempre o
necessariamente così, almeno non per Alexandre Jacob, l’anarchico francese che ha
fatto del furto uno strumento per dare dignità a tutti coloro che la società dell’opulenza
aveva negato, mettendoli al margine e privandoli dei mezzi per il semplice sostentamento,
riducendoli alla miseria ederubandoli secondo Jacob stesso.
Alexandre Marius
Jacob nasce a Marsiglia nel settembre del 1879 da una famiglia umile, il padre marinaio
di professione li trasmette da subito la passione per i viaggi e le avventure, a
11 anni si imbarca come mozzo sul bastimento Thibet, a 13 si ritrova in Australia
dove impara l’inglese e per fame anche a rubare. Qualche anno dopo parte da Sidney
con una baleniera che subito dopo si rivela una nave pirata, il cui equipaggio assalta
mercantili uccidendo chi oppone resistenza. Al primo scalo scappa e rientra a Marsiglia.
Jacob ancora giovane comincia ad interessarsi al pensiero anarchico, legge Proudhon,
Kropotkin, Reclus, Malatesta, avvicinandosi così ai circoli anarchici e operai francesi.
A 20 anni convinto definitivamente dell’ingiustizia del mondo dichiara la sua personale
guerra alla società borghese, e con alcuni suoi compagni fonda il gruppo Les travailleurs
de la nuit (I lavoratori della notte). In soli tre anni, dal 1900 al 1903 Jacob
e la sua banda mettono a segno oltre 150 colpi, tra furti e rapine. La banda colpisce
in particolar modo baroni, industriali, banchieri, sfruttatori delle classi meno
abbienti e i proventi vengono utilizzati per finanziare i circoli anarchici e operai,
i disoccupati, gli emarginati. Jacob era un ladro con le sue illusioni egualitarie.
Un anarchico con i suoi sogni, ma con una particolarità: "quest’uomo, insieme
ai suoi compagni apriva veramente le casseforti dei ricchi e con questo semplice
fatto dimostrava realizzabile un attacco, sia pure parziale, alla ricchezza sociale”.
Jacob oltre ad essere un vero artista del furto, sperimentando nuove tecniche, nuovi
travestimenti e compiendo azioni a dir poco spettacolari, proponeva sottraendo ai
ricchi una nuovo modello di lotta politica. Un’azione diretta contro l’avidità umana
e le ingiustizie sociali da essa generate, un’azione però che risparmiava chi avesse
una qualche utilità sociale. Non è un caso che tra le sue vittime non comparissero
mai medici, insegnanti o scrittori: le persone utili alla società non devono essere
derubate, ripeteva ai suoi, i nostri obbiettivi sono immancabilmente i pasciuti
parassiti che questa società dissanguano e depredano.
Dopo centinaia di
imprese rocambolesche e furti leggendari, - togliere ai ricchi per dare ai poveri
- nel 1903 Jacob e la sua banda vengono arrestati.