..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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venerdì 19 ottobre 2012

PoliticANTIpolitica


Berlusconi parla di Lista Civica da presentare alle elezioni nazionali al posto del già vecchio PDL e i suoi luogotenenti vanno costruendo un po’ ovunque aggregazioni “apartitiche” dove confluisce il fior fiore del trasformismo nazionale; tutti sono alla ricerca del vestito nuovo con cui presentarsi all’appuntamento con l’elettore. L’obiettivo è ridurre l’antipolitica a un cartello elettorale; queste cose le fa meglio Grillo, che si è assunto il compito poco onorevole di ricondurre dentro l’alveo istituzionale il malcontento e la protesta manifestazioni di un distacco profondo e serio dal sistema partitocratrico parlamentare, corrotto, abbarbicato sui suoi privilegi, servo delle leggi di mercato, della chiesa e del padrone americano. Il segno più evidente che moltissima gente è in grado di far da sé, di mettersi assieme, organizzarsi in maniera egualitaria e libera e portare avanti i propri interessi.
Questo ha creato il caos nelle stanze alte della gerontocrazia al governo, che ha dovuto prendere atto di uno scricchiolìo del sistema come possibile annunciazione di un terremoto politico e sociale.
Fior di servi, scribacchini e mezzibusti televisivi hanno inondato di merda ogni protesta: dai forconi ai no tav, dagli indignati ai protagonisti di lotte per il lavoro, dagli incazzati con Equitalia ai resistenti difensori del loro territorio, tutto è descritto con disprezzo, come espressione di un qualunquismo senza sbocchi e fatto seguire da sparate sui tagli della politica, l’abolizione delle province, la fine del finanziamento pubblico, la riduzione del numero dei deputati: la politica che si autoriforma: minchiate! Una politica meno invasiva e meno onerosa non avrebbe nessun diritto di continuare a decidere sulla testa di un popolo.
Quello che in questo momento sempre più gente mette in discussione è proprio la delega alla classe politica, la questione di chi decide. La chiamano antipolitica, ma può benissimo considerarsi antiautorità, che già suona meglio e si addice di più alla realtà. E proprio per questo è temuta.