..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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sabato 16 luglio 2016

Per un mondo senza frontiere

[…]
Nostra patria è il mondo intero
e nostra legge è la libertà
ed un pensiero
ribelle in cor ci sta
[…]

Sono i versi di «Stornelli d’esilio» una canzone scritta dall’anarchico Pietro Gori nel 1895 e diventata l’inno dell’internazionalismo libertario. Il brano canta degli esili degli anarchici girovaghi per il mondo e cacciati via da ogni Stato, ed in particolare i versi su citati stanno a chiarire che per gli anarchici le frontiere non hanno ragione di esistere, che sono state e sono la causa di conflitti, guerre sanguinose, odi razziali.
Più i popoli si dividono e si scontrano per rivendicare lembi di terra e ricchezze  a questo o quello Stato, per affermare un nazionalismo contro un altro, più i loro nemici dell’una e dell’altra parte si garantiscono il loro predominio sociale.
Le frontiere sono divisioni artificiali volute dalla società autoritarie e dagli Stati per definire possedimenti e territori sottoposti ad una giurisdizione anziché ad un’altra. Per tale motivo non ci sono frontiere che non sono macchiate di sangue e che non siano risultante di guerre in cui poveri contro poveri, operai contro operai, disoccupati contro disoccupati si sono scannati per la falsa idea di patria. La patria sarebbe il territorio interno ad una determinata frontiera e governato da uno stato e si distingue per la sua diversità, o presunta tale, da tutte le altre patrie, ma dentro l’amor patrio cova sempre il fuoco dell’aggressività, pronto ad esplodere al momento opportuno.
Il concetto di patria è connesso a quello di superiorità e razzismo, e il patriottismo degenera regolarmente in una forma molto pericolosa di manifestazione della propria presunta superiorità.
Non ci sono frontiere e non ci sono patrie senza eserciti, armamenti, preparativi quotidiani alle guerre, investimenti di somme di denaro esagerate per potenziare gli arsenali.
Noi anarchici siamo contro le frontiere e contro il concetto di patria, diretta emanazione degli stati e copertura delle loro violenze.
Questo però non vuol dire che siamo per l’uniformità di tutti i popoli della terra. In virtù dei processi storici in cui si sono formate, delle differenti condizioni ambientali, le popolazioni hanno assunto e continuano ad assumere caratteri differenti le une dalle altre, e non solo per la lingua, ma anche per le abitudini, la cultura, le concezioni del mondo stesso. Per questi motivi ha senso parlare di “matria (madre terra – terra natia)” e non di patria; le differenze su citate, che appunto ci fanno parlare di popoli e non di popolo della terra, rappresentano la più grande ricchezza che la “razza umana” abbia.
Attenzione, ho detto razza umana, perché quella umana è una sola, a dispetto di chi sostiene l’esistenza di diverse razze e fra queste individuano le superiori e le inferiori. La razza umana è una sola, i popoli che la compongono sono tantissimi, anche in una stessa nazione. Ma questo è un argomento di cui parleremo in seguito.