..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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martedì 19 luglio 2016

Per un mondo senza galere

Oggi, se non si fa parte della casta dominante, chi commette un reato va in galera. Si impone una pena carceraria, si punisce il reo lasciando che le cause che hanno permesso l’attuazione di quel reato, e che continuano ad influire su altre persone, restino intatte.
Si vuole che il condannato cambi in virtù della punizione inflittagli, invece nella stragrande maggioranza dei casi manterrà intatta la consapevolezza che quello che ha fatto andava fatto. Inoltre lo si segrega in un luogo, il carcere, dove vige la limitazione quasi assoluta della libertà, dove l’individuo non può che coltivare rancore e coltivare odio. Dove sta fianco a fianco alle persone frustrate, represse, in cui sedimentano gli stessi sentimenti di vendetta, costrette anche da condizioni oggettive di degrado umano o sociale a compiere determinati reati. Il carcere quindi non solo non è la soluzione ma spesso rappresenta un’aggravante. Più si inaspriscono le pene, più il crimine si fa atroce, si specializza. Né la minaccio della pena di morte né un rafforzamento delle forze di polizia hanno risolto questi problemi.
La prima cosa che la società anarchica farà sarà l’abolizione delle carceri e delle strutture di segregazione, compresi i manicomi e tutte quelle mascherate da centri di sorveglianza, di accoglienza, di trattenimento. Ogni eventuale devianza sarà affrontata come un problema sociale, sarà esaminata cercando di individuare la causa, in quanto sarà considerata l’effetto di un malessere o di qualcosa che non va per il verso giusto nella società. Inoltre in una società libera, in una società di uguali, dove tutti hanno gli stessi diritti, dove non esiste la proprietà privata, dove la ricchezza economica è ugualmente divisa, non si ha più motivo di delinquere, non avrà più nessun motivo neanche di esistere una qualsiasi forza pubblica (un esempio è la cittadina di Marinaleda in Andalusia, Spagna di cui vi invito a leggere il post [clicca qui per il collegamento]). In una società anarchica verranno aboliti anche i tribunali; la società sarà impostata attorno a strutture di base, assembleari, di municipio o territorio, sarà basato su forme associative libere imperniate alla collaborazione reciproca, ad una etica positiva.
Non sarà una società che in mancanza di istituzioni come quelle che conosciamo oggi si troverà allo sbando. Le nuove strutture individueranno sia il modo adatto per affrontare la problematica sia gli individui preparati cui forniranno le linee guida per l’attuazione del loro compito, che consisterà prevalentemente nella rieducazione del soggetto, nel suo inserimento nella società, nel renderlo cosciente, tramite una serrata riflessione, del gesto compiuto, il tutto senza violenza o costrizioni.
Questo potrà avvenire attraverso il suo coinvolgimento diretto in attività legate in qualche modo all’azione da lui commessa (esempio: se ha distrutto una casa, nell’attività di ricostruzione; se ha ferito qualcuno, in una struttura sanitaria a curare i malati …). Rispettandolo come individuo, dialogando con lui e tentando di fargli comprendere come il suo comportamento nuoccia alla società e a lui stesso, mentre potrebbe disporre di molti modi diversi  per risolvere i propri problemi. Il dialogo con i soggetti interessati e le decisioni in comune sostituiranno quello che oggi resta sempre la legge del più forte.