La teologia
medievale, o la corruzione morale, avvelenarono soltanto i loro popoli, cioè
una piccola parte dell’umanità; oggi l’elettricità, le ferrovie e i telegrafi
rovinano il mondo intero. Ognuno si appropria di queste cose. Semplicemente non
può far a meno di farle proprie. Ognuno ne soffre nella stessa maniera,
costretto in egual misura a cambiare il suo modo di vivere. Tutti si trovano
nella necessità di tradire quel che è più importante nella loro vita, la comprensione
della vita stessa, la religione. Macchine, e per produrre che cosa? Telegrafo,
per trasmettere che cosa? Libri, giornali, e per diffondere qual genere di
notizie? Ferrovie, per andare da chi e dove? Milioni di persone aggregate
insieme e sottomesse ad un potere supremo, per far che cosa? Ospedali, medici,
farmacie per prolungare la vita, e a qual fine?
Quanto
facilmente sia gli individui che nazioni intere prendono la loro cosiddetta
civiltà per una vera civiltà; affinarsi con gli studi, avere le unghie pulite,
andare dal sarto e dal barbiere, viaggiare all’estero, ed ecco fatto l’uomo
civile. E per quanto riguarda le nazioni: quante più ferrovie è possibile,
accademie, officine, navi, fortificazioni, giornali, libri, partiti,
parlamenti. E così ecco fatta la nazione più civile.
Dunque un numero
abbastanza grande di individui, come pure di nazioni, può esser interessato
alla civiltà, ma non al vero progresso. La prima è facile e incontra
approvazione; il secondo chiede severi sforzi, e perciò presso la grande
maggioranza non incontra altro che disprezzo e odio, poiché rivela la menzogna
della civiltà.