Per ritrovare il primo scritto organico in
cui viene definita una bozza del pensiero anarchico bisogna giungere al "Political
Justice" di William Godwin, pubblicato nel 1793.
Godwin fu illuminista e conobbe bene l'insieme
di idee che accompagnarono la Rivoluzione Francese, tra le quali quelle contenute
nella "Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino" (1789), quelle
ormai storiche di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza.
La Rivoluzione Francese è sì una rivoluzione
sostanzialmente borghese, realizzata a discapito del vecchio mondo clericale ed
aristocratico, ma è anche la frattura storica che introduce concetti di base che
verranno poi ripresi e rielaborati nella storia del pensiero umano, socialista e
poi anarchico.
Godwin, superando concettualmente la medesima
rivoluzione dell'89, teorizza per primo l'avvento di libere comunità indipendenti,
l'abolizione del governo centrale, l'autogoverno dei singoli. Ritiene che la Ragione
possa condurre ad una vera Giustizia sociale; tale giustizia potrà realizzare la
felicità del genere umano.
Successivamente i caratteri originari del
pensiero anarchico vengono maggiormente definiti ed integrati con i contributi di
Proudhon, Stirner, Kropotkin, Bakunin, Malatesta.
Proudhon nel 1840 pubblica "Cosa è la
proprietà" (...un furto, conclude provocatoriamente l'autore), dando per la
prima volta nella storia al termine "anarchia" un significato positivo.
Stirner nel 1844 pubblica "L'Unico e
la sua proprietà", dando al pensiero anarchico il contributo fondamentale relativo
alla valorizzazione dell'Individuo, in contrapposizione all'omologazione sociale
data da Stato, Religione, Classe, Partito e Istituzioni varie.
Kropotkin introduce poi i concetti di "comunismo
anarchico" e di determinismo scientifico. Crede nella Ragione, nel progresso
e nella scienza: tutti elementi che a parer suo determineranno la maturazione del
genere umano, conducendo lo stesso verso l'anarchia.
Bakunin rappresenta poi la perfetta sintesi
tra teorico e militante dell'anarchismo; più di altri il rivoluzionario russo esalta
il concetto di Libertà, che non trova limite in quella altrui, ma che è invece esaltata
proprio da quest'ultima.
È il fulcro della definitiva divisione tra
anarchici e marxisti, tra antiautoritari e comunisti autoritari.
Malatesta completa questo quadro portando
a maturazione l'elaborazione teorica precedentemente accennata: redige il Programma
anarchico, definisce il "comunismo anarchico", introduce il concetto di
"volontà" (in antitesi al determinismo kropotkiniano), appronta i concetti
base di organizzazione anarchica, concretizza il metodo antiautoritario sviluppando
il concetto di coerenza tra mezzi e fini.