La ragione è l'utilizzazione di una grande
documentazione generale con la creazione di nuove vie che prolungano la realtà al
di là del presente, costruendo mentalmente dall'esperienza vissuta per conoscere
il termine finale e modificare così l'azione presente per ottenere di modificare
questo fine. Il sapere si divide nettamente in due parti: da una parte le conoscenze
obiettive,suscettibili di dimostrazioni sensibili e che possano determinare una
mutua comprensione degli umani davanti all'evidenza dei fatti; dall'altra le conoscenze
soggettive, strettamente limitate al sapere individuale. Le divergenze provengono,
invariabilmente, dal miscuglio o dalla sostituzione, più o meno cosciente, di una
delle due conoscenze con l'altra. Quanti ragionano male o sono in malafede, operano
questa sostituzione e, credendo o facendo finta di credere di essere sempre sul
terreno obiettivo e impersonale, argomentano al contrario soddisfacendo abbondantemente
la loro logica personale, fonte di dispute senza limiti. Gli uomini non possono
avvicinarsi gli uni agli altri che quando si tratta di punti comuni che interessano
tutti, e la ragione non può esercitarsi che su questi punti.