Due mesi di emergenza
sanitaria e sociale dovuta all’epidemia, ancora in corso, di Covid19, hanno stravolto
le vite di migliaia di persone e purtroppo lasciato sul campo tantissime vittime.
Mentre il lockdown sembra volgere al termine e le misure di distanziamento sociale
allentarsi, alle porte della tanto decantata fase 2, ci sembra importante fermarci
e ragionare sulle settimane passate e fare il punto della situazione in maniera
collettiva.
Rsa trasformate in
cimiteri, dormitori abbandonati al contagio, tamponi fatti con il contagocce, sono
solo alcune delle colpe e degli errori clamorosi di cui le istituzioni regionali
e comunali si sono rese responsabili. Per due mesi, si è accuratamente evitato di
chiudere veramente tutta la produzione non necessaria, per non calpestare i piedi
a industriali e padroni facendo in modo che lo sforzo per limitare i contagi e i
morti, venisse vanificato in nome del profitto ad ogni costo.
Dpi non distribuiti
a sufficienza in ospedali, comunità, rsa e dormitori hanno fatto ammalare moltissime
lavoratrici e lavoratori del comparto sanitario e operatori e operatrici sociali.
Le scelte criminali di Cirio e company, come mandare i/le pazienti Covid nelle rsa,
sono sotto gli occhi di tutti, e l’incapacità delle istituzioni di affrontare questa
emergenza è palese.
Dall’altro lato,
tutte le persone che si sono dovute astenere dal lavoro e quindi dal percepire reddito,
sono state abbandonate a loro stesse, al limite hanno ricevuto qualche briciola,
come i bonus spesa del Comune, che comunque non sono bastati per tutt*. In molti
hanno bruciato in poche settimane i miseri risparmi accumulati negli anni, e chi
già non ne aveva si è trovato con l’acqua alla gola. Il sistema capitalista ha mostrato
il suo lato più crudele creando una crisi sociale senza precedenti. Non un euro
è stato preso dai grandi patrimoni dei super ricchi, ma a chi sta in basso sono
stati chiesti sacrifici enormi. L’ Unione Europea, nelle sue istituzioni politiche
e finanziarie si prepara a far pagare il conto di questa crisi ai milioni di proletari
che abitano il “vecchio continente”.
Molte aziende hanno
continuato a lavorare truccando i codici Ateco e hanno costretto migliaia di lavoratori
e lavoratrici a rischiare la propria vita, e a volte a perderla, per la produzione
di merci non necessarie ad affrontare i mesi d’emergenza.
Chi è rimasto costretto
a casa ha visto intensificarsi i controlli di Polizia, e abusi di ogni tipo si sono
moltiplicati giorno dopo giorno. Il controllo sociale high-tech sembra esser diventata
la nuova risposta dello Stato per limitare sempre di più la libertà collettiva e
garantire la propria esistenza e tenuta di fronte alla crisi.
Davanti ad un quadro
così drammatico e difficile, crediamo sia fondamentale chiedersi come affrontare
questa emergenza sanitaria, senza doversi affidare ciecamente ai dettami incoerenti
e schizofrenici delle Istituzioni.
Come si costruisce
la possibilità di affrontare questa situazione dal basso? Come costruiamo una responsabilità
collettiva capace e all’altezza di sfidare la gestione criminale e poliziesca delle
istituzioni?
Come continuiamo
a costruire reti di solidarietà e strategie di autorganizzazione in vista della
Fase2?
Pensiamo sia importante
confrontarsi collettivamente su queste domande per costruire insieme una risposta
all’altezza.
Quest’anno non potremo
essere in piazza il 1Maggio a causa dell’epidemia in corso, costretti dalla necessità
di non contagiarci e ammalarci, ma la nostra rabbia e determinazione sono più vive
e necessarie che mai.
Per questo diamo
appuntamento a tutti e tutte dalle 13 di questo 1° Maggio sulle libere frequenze
di Radio Blackout 105.250.
Qui lo streaming
sul sito: http://stream.radioblackout.org/
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0112495669
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AL NUMERO 3466673263