Se l'ingiustizia appartiene al necessario
attrito della macchina di governo, sia pure, sia pure: può darsi che esso si attenuerà
- certamente la macchina si logorerà. Se l'ingiustizia possiede in se la sua molla,
o una puleggia, o una corda, o una manovella esclusivamente per se, allora si può
forse considerare se il rimedio non sia peggiore del male; se però è di natura tale
da richiedervi di essere di un agente dell'ingiustizia nei confronti di un altro,
allora, io dico, che s’infranga la legge. Agite in modo che la vostra vita faccia
da controattrito per arrestare la macchina. Ciò che devo fare è accertarmi, in tutti
i casi, che non sto prestando al male che condanno.
Quanto all'adottare i sistemi che lo Stato
ha predisposto per rimediare al male, io no ne conosco. Essi richiedono troppo tempo,
e la vita intera di un un uomo se ne andrà nel frattempo. Ho altre faccende di cui
occuparmi. Non sono venuto a questo mondo innanzi tutto per farne un buon posto
nel quale vivere, ma per viverci, buono o cattivo che sia. Un un uomo non deve fare
tutto, ma qualcosa; e poiché non può fare tutto, non è necessario che debba fare
qualcosa di male. Non è affar mio presentare petizioni al governatore o alla Assemblea
Legislativa, non più di quanto sia affar loro rivolgere petizioni nei miei confronti;
e se non ascoltassero la mia petizione, cosa dovrei fare allora? In questo caso
lo Stato non ha previsto nessuna soluzione: la sua stessa Costituzione è il male.
Questo potrebbe sembrare sgradevole e ostinato e tutt'altro che conciliante, ma
in realtà è trattare con la massima gentilezza e considerazione l'unico spirito
che possa apprezzarlo o che possa meritarlo. Allo stesso modo avviene ogni cambiamento
in meglio, come la nascita la morte che sconvolgono il corpo.