Tutto lascia supporre che un essere che viva
secondo natura e non conosca altre frontiere se non i limiti della sua erranza,
non si comporti affatto come un coltivatore, trasformato in produttore di ricchezze
materiali e spirituali, condannato a restare al di qua del segnale, di un campo,
di un villaggio, di una città, di uno Stato.
Il raccoglitore di piante e di selvaggina.
che disponeva gratuitamente delle risorse naturali, non per un profitto calcolato,
ma per il suo semplice godimento, presentava senza dubbio nelle sue abitudini, la
sua mentalità o la sua composizione psico somatica pochi tratti comuni con il contadino
obbligato a sfruttare una terra altrettanto ostile verso di lui di coloro che ne
traevano profitto e titolo di proprietà. Eppure da questo contadino produttore,
sfruttatore e sfruttato, hanno estratto l'essenza dell'uomo; a tal punto che al
parossismo della libertà immaginativa, nelle loro utopie, opera poetiche romanzi
, scienze chimeriche, non hanno mai - eccettuati La Boétie , Holderlin e Fourier
- concepito una società che non sia incatenata alla guerra, al denaro, al potere.