"Al termine di un immenso viale lussuoso e deserto, addossata
alle colline che fanno da corona al Tibidabo, ecco Pedralbes, la grande caserma
di fanteria di Barcellona. Da Pedralbes partì, il 19 luglio, la rivolta. Ma i
soldati non ubbidirono e gli ufficiali sopravvissuti furono trasportati
sull’Uruguay, prigione navigante. Oggi Predalbes è il centro di formazione
delle milizie popolari, delle colonne anarchiche Ascaso, Aguiluchos, Rojo y
Negro. Durruti è già partito. Sperava di entrare a Saragozza prima che la
resistenza si organizzasse. Invece i primi reparti, attaccati sulla strada
dall’aviazione, dovettero fermarsi. Non ha nulla della caserma, Predalbes,
benché sia una caserma modello. È un immenso castello rococò, diviso in vari
edifici e torrioni, che fa pensare a uno scenario di cartone e stucco.
Sarebbe orrendo, se non si adagiasse su questi colli, immerso nel
sole allucinante e nell’azzurro mediterraneo.
Il terrazzo ed il portico d’ingresso brulicano di gioventù. Per chi
sale a Predalbes coi ricordi di una grigia caserma piemontese, è il capogiro,
il carnevale, tale è il tumulto di gente che va e viene, senza meta apparente.
Comunione non solo morale ma fisica. Si vive, ci si tocca, ci si
urta, ci si sposta in gruppo. La vita del singolo resta inghiottita dalla
moltitudine. Ma che vita. Anche lo scalone che a destra porta al comando
rigurgita di umanità. Abiti civili, tute marroni, grigie, bleu; guerrieri col
fucile, pistolone, pugnale; uomini fatti, ragazzi, miliziane, col fazzoletto
rosso e nero al collo, e bandiera della FAI e CNT".
(Tratto dal diario di Carlo Rosselli in
data 12 agosto 1936)
Carlo Rosselli, classe 1899, rampollo di una facoltosa famiglia
ebraica, era scappato dal confino di Lipari nel luglio del ’29; giunto a Parigi
aveva fondato il movimento Giustizia e Libertà.