A/traverso si
riconosce nell’area dell’autonomia.
Ma l’area non va
identificata con il suo quadro organizzato, che non rappresenta invece altro
che la punta emersa di in iceberg esteso nei comportamenti sociali di strati
insubordinati, che, al di sotto della scena ufficiale della politica producono
nuove possibilità per il movimento.
Attuale compito
organizzativo del quadro dell’autonomia non è la centralizzazione, ma la
ricomposizione trasversale. Il soggetto rivoluzionario si ricostruisce oggi in
una fase lunga di ricostruzione capitalistica e di modificazione della figura
di classe, di ridefinizione del movimento attorno all’area dell’autonomia.
Autonomia come
bisogno di separ/AZIONE dei diversi strati sociali con la loro specificità (le
donne, i giovani, gli omosessuali, gli assenteisti, i clandestini) rispetto
alla complessità della classe. Separ/AZIONE delle singole istanze di
trasformazione dell’esistenza nei piccoli gruppi in moltiplicazione.
Ricomporre
trasversalmente (direzione operaia) significa tradurre i movimenti separatisti
in movimento di separ/AZIONE.
Separazione dei
bisogni operai dalla riorganizzazione sociale capitalistica.
Occorre
cominciare a pensare al comunismo in modo non più escatologico, come una cosa
del futuro, ma come una realtà contemporanea, separata (estranea ed ostile
rispetto alla società capitalistica, rispetto al suo funzionamento) ma capace
di sospingerla in avanti e trasformarla, come motore dello sviluppo, come
potere operaio in atto la forma dell’esistenza in movimento.
Pensare al
comunismo come la forma della trasformazione, del desiderio in liberazione.
Come il movimento reale che abolisce concretamente, (nel presente) lo stato di
cose presente.
(A/traverso
quaderno uno, supplemento a Rosso, ottobre 1975)