Non è un dio che lo manda dal cielo, non è il caso che ce lo invia, non è questa o quella categoria di uomini ignoranti o malvagi che l'impongono: è la società tutta che lo fomenta e lo conserva a dannazione di tutte le generazioni.
Le classi dominanti che opprimono e spogliano, le classi diseredate che si lasciano asservire e sfruttare, i legislatori che impongono leggi antinaturali ed inique, i sudditi che le rispettano, il gendarme che imprigiona, il cittadino che ne rispetta l'autorità, tutti infine - chi in un modo, chi in un altro - siamo i fautori diretti del nostro male, mantenendo in piedi i sistemi barbarici e le istituzioni di miseria e di morte che fanno di noi un'anonima accozzaglia di abbrutiti e di schiavi.
Ed il male sta
appunto qui: nel conservare le cause che lo determinano: l'autorità costituita
e la proprietà privata. La prima che soffoca ogni principio di libertà, facendo
del cittadino un automa, uno strumento di oppressione nelle mani dello Stato;
la seconda che lo immiserisce, lo spoglia e lo affama a beneficio di pochi
privilegiati. Il disagio economico che regna in seno alle popolazioni, le
sommosse e i tumulti cagionati dalla fame, la disoccupazione che aumenta
straordinariamente in tutti i paesi, il crescendo spaventoso della criminalità,
il dilagare della prostituzione e del vizio, l'alcoolismo ed un'infinità di
malattie dovute alla mancanza di alimentazione sana e sufficiente, nonché le pessime
condizioni igieniche nelle quali trascorre la vita dell'operaio, sono i frutti
venefici della proprietà privata, gli effetti immediati del monopolio delle
ricchezze che toglie ai nove decimi dell'umanità ogni mezzo di sviluppo e di
vita.
All'autorità
costituita - altra istituzione nefanda che impera colla brutalità e la forza,
in difesa del privilegio e della nequizia - si debbono attribuire tutte le
violentazioni fatte alle libertà cittadine, tutte le persecuzioni al pensiero,
tutte le barbarie commesse nelle prigioni, tutti i massacri compiuti sulle
moltitudini affamate ed inermi, tutte le guerre e le carneficine che hanno
lasciato pagine di orrore e di sangue nella storia dell'umanità. La proprietà
privata (privilegio economico) e l'autorità costituita (privilegio politico)
sono dunque le cause generatrici di tutti mali.
Se le
rivoluzioni popolari che si sono succedute nel corso dei tempi, non hanno dato,
dal punto di vista sociale, che dei pessimi risultati, si è perché lasciarono
intatte queste due cause di spogliazione e di schiavitù.
Si credeva che
cambiando forma al governo, si sarebbero migliorate le condizioni del popolo;
si credeva che abolendo una casta per dare il mestolo in mano ad un'altra si
sarebbe ottenuto quel benessere e quella libertà che erano nell'aspirazione di
tutti. Errore! I nuovi padroni sostituiti ai vecchi, non fecero che ribadire i
ceppi della nostra schiavitù. Sotto la monarchia come sotto l'impero, sotto la repubblica
come sotto la monarchia, il popolo fu sempre affamato ed oppresso. La prossima
rivoluzione sociale darà i medesimi risultati negativi di tutte le altre che la
precedettero, se non distruggerà perfino i vestigi di queste due formidabili
colonne su cui riposa l'edificio sociale: la proprietà privata e l'autorità.
Tratto da Cronaca Sovversiva, 8 luglio 1905