Lo Stato non è la società, ma una sua forma storica tanto brutale quanto
astratta. È nato storicamente in tutti i paesi dal matrimonio tra la violenza, la
rapina, il saccheggio, in breve la guerra, la conquista, e gli dei creati dalla
fantasia teologica delle nazioni. Esso è la sanzione divina della forza bruta e
dell’iniquità trionfante, la storica consacrazione di ogni dispotismo e privilegio,
la ragione politica di ogni servitù economica e sociale, il centro e l’essenza stessa
di ogni reazione. Come suprema impersonificazione del principio di autorità sulla
terra, lo Stato è per natura ente assoluto, espressione intrinseca della sovranità
tout-court. In quanto astrazione politica è la negazione generale della società
e degli interessi positivi delle regioni, dei comuni, delle associazioni e del più
gran numero degli individui. Esso è un’universalità divorante, un’astrazione distruttrice
della comunità vivente e dunque un grande macello e un immenso cimitero, ove generosamente,
serenamente, vengono a lasciarsi immolare e seppellire tutte le aspirazioni reali,
tutte le forze vive di un paese.
Il rapporto tra Stato e società è dunque un rapporto alienato, che scaturisce
precisamente dalla natura astratta dell’entità statale rispetto alla concretezza
reale della vita sociale. In virtù di questo Logos intrinseco, lo Stato esprime
la sua profonda vocazione nell’espansione interna ed esterna: interna verso la società,
esterna verso gli altri Stati sovrani. Verso la società perché la domina e tende
ad assorbirla completamente, verso gli altri Stati sovrani perché vorrebbe espandersi
a spese loro, con la conseguenza di una permanente tensione di guerra. L’esistenza
di uno Stato sovrano ed esclusivo presuppone infatti l’esistenza e, se necessario,
provoca la formazione di altri Stati similari, poiché è ovviamente naturale che
gli individui al di fuori di esso e da esso minacciati nella loro esistenza e nella
loro libertà, si associno, a loro volta, contro di lui. Abbiamo così l’umanità divisa
in un numero indefinito di Stati stranieri, tutti ostili e minacciosi tra loro,
per cui si deve concludere che Lo Stato è la più flagrante, la più cinica, la più
completa negazione dell’umanità. Esso frantuma la solidarietà universale di tutte
le persone sulla terra e li spinge all’associazione al solo scopo di distruggere,
conquistare e rendere schiavi tutti gli altri.