L’uomo libero è colui che esprime la propria sovranità di fronte alla
legge, agli interessi, ai dettami dei valori dominanti, non ha partiti, né chiese
ai quali appartenere, non ha terre né cieli da conquistare, non ha né individui
né popoli da sottomettere.
L’uomo libero crede nell’amore di sé e per gli altri, ma soprattutto
fa tutto ciò che il suo dissidio gli suggerisce. I percorsi in utopia dell’uomo
libero sono un invito alla resistenza e una via aperta alla clandestinità, le sue
armi non stanno nelle caserme, nelle redazioni dei giornali, nelle sedi dei partiti,
le armi dell’uomo libero sono nella sua testa, nelle sue mani, nell’amore per tutto
quanto è estremo e trasognante.
L’uomo ibero è ribelle in ogni luogo, libero di cambiare il mondo e di
introdurvi i venti irrequieti della diversità che annunciano il nuovo.
La disobbedienza civile e la ribellione dei poveri, degli umiliati, degli
offesi, sono il percorso accidentato verso una società più giusta e più umana.
La radicalità della ribellione invece si fonda sulla richiesta di comunità,
sulla fine dei falsi idoli, sulla caduta delle dottrine del consenso sociale.
La ribellione afferma un diritto, il rifiuto dell’obbligazione politica
e della genuflessione alla potenza delle istituzioni. I dogmi della società sono
specchi dell’obbedienza che rientrano nel campo delle necessità private, mentre
la visione e l’azione del ribelle rientra nel campo della libertà pubblica. La vera
libertà è quella che ci costruiamo con le proprie mani e con le proprie idee. La
disobbedienza del ribelle non risente dell’obbligo morale di rispettare la legge
né le giustificazioni economiche, politiche degli indici della Borsa lo interessano,
perché non c’è nessun fondamento civile che giustifichi la cattività nella quale
è tenuta dai paesi ricchi una grande parte di umanità.
Nell’uomo nuovo cova il ribelle, l’uomo planetario, l’uomo dall’animo
nobile che grida fuori dalle masse silenziose il proprio amore per la bellezza,
la giustizia, la libertà di tutti gli uomini. Il ribelle non perdona né archivia,
strappa ciò che è stato fatto, ed è capace di dar luogo a un nuovo inizio proprio
là dove tutto sembrava concluso.