Nel 1912,
Lawrence, nel Massachusetts era una delle città più importanti per la
produzione tessile degli Stati Uniti.
La forza lavoro
era composta soprattutto da immigrati italiani, francesi, canadesi, slavi e
siriani, le cui condizioni di vita erano avvilenti. Una parte di essi si
riconosceva nel IWW (Sindacato Radicale e di Classe). L’11 gennaio inizia lo
sciopero per un aumento del 15% dei salari e altre rivendicazioni.
Contro i
picchetti di massa, che bloccavano le fabbriche e i telai, vennero lanciate
provocazioni da parte dei crumiri organizzati da altri sindacati padronali e
dalla polizia. Le donne dello sciopero hanno lanciato il famoso slogan
“Vogliamo pane e rose“. Rivendicavano, oltre a una paga decente, una migliore
qualità della vita.
La sera del 29
gennaio Anna Lo Pizzo, una giovane scioperante di 34 anni, fu uccisa dalla
polizia. Vennero arrestati i massimi dirigenti del IWW ma alla fine la lotta
pagò.
Lo sciopero di
Lawrence aveva dimostrato che i lavoratori e le lavoratrici oppresse e di
diverse nazionalità potevano unirsi e organizzare una lotta vincente.
La frase da cui
fu estrapolato lo slogan fu pronunciata da Rose Schneiderman, leader femminista
e socialista:
Ciò che la donna
che lavora vuole è il diritto di vivere, non semplicemente di esistere – il
diritto alla vita così come ce l’ha la donna ricca, al sole e alla musica e
all'arte. Voi non avete niente che anche l’operaia più umile non abbia il
diritto di avere. L’operaia deve avere il pane, ma deve avere anche le rose.