Definizione minima delle organizzazioni rivoluzionarie
Ovvero come
riconoscere quelle che non lo sono
Considerando che
l'unico fine di una organizzazione rivoluzionaria è l'abolizione delle classi
esistenti attraverso una via che non comporti una nuova divisione della
società, definiamo rivoluzionaria ogni organizzazione che operi con conseguenza
per la realizzazione internazionale del potere assoluto dei Consigli operai,
quale è stato abbozzato dall'esperienza delle rivoluzioni proletarie di questo
secolo.
Una tale
organizzazione o presenta una critica unitaria del mondo, o non è niente. Per
critica unitaria intendiamo una critica pronunciata globalmente contro tutte le
zone geografiche in cui sono installate le diverse forme di poteri
socio-economici separati, e parimenti pronunciata globalmente contro tutti gli
aspetti della vita.
Una tale
organizzazione riconosce l'inizio e la fine del proprio programma nella
decolonizzazione totale della vita quotidiana; non mira dunque all'autogestione
del mondo esistente da parte delle masse, ma alla sua trasformazione
ininterrotta. Essa conduce la critica radicale dell'economia politica, cioè il
superamento della merce e del salariato.
Una tale
organizzazione rifiuta di riprodurre al suo interno le condizioni gerarchiche
del mondo dominante. L'unico limite della partecipazione alla sua democrazia
totale è il riconoscimento e l'auto-appropriazione da parte di tutti i suoi
membri della coerenza della sua critica: questa coerenza deve essere presente
nella teoria critica propriamente detta, e nel rapporto fra questa teoria e
l'attività pratica. Essa compie una critica radicale di ogni ideologia in
quanto potere separato delle idee e idee del potere separato. Così essa è ad un
tempo la negazione di ogni sopravvivenza della religione e
dell'attualespettacolo sociale che, dall'informazione alla cultura di massa,
polarizza; ogni comunicazione degli uomini intorno ad una ricezione unilaterale
delle immagini della loro attività alienata. Essa dissolve ogni "ideologia
rivoluzionaria" smascherandola come ratifica del fallimento del progetto
rivoluzionario, come proprietà privata di nuovi specialisti del potere, come
impostura di una nuova rappresentazioneche si erge al di sopra della vita reale
proletarizzata.
Poiché la
categoria della totalità è il giudizio ultimodell'organizzazione rivoluzionaria
moderna, questa è infine una critica della politica. Essa deve esplicitamente
mirare, con la sua vittoria, alla propria fine in quanto organizzazione
separata.
ASSOCIAZIONE PER
LA PROPAGAZIONE DELL'EPIDEMIA DI RABBIA CONTAGIOSA
Bologna, 23
settembre 1977
(Tratto dal pamphlet: Benvenuti
nella città più libera del mondo)