“Se cerchi risultati differenti, non fare sempre le stesse cose”; così affermava Einstein quando voleva dire al mondo che le
sue scoperte sono derivate dalla messa in discussione dei modelli scientifici
secolari e delle convinzioni più radicate. Non fare sempre le stesse cose,
altrimenti si ripetono inevitabilmente tutti gli errori e non si progredisce.
Logico, no? Ora, immaginiamo un potente organismo di controllo e di diffusione
del modello sociale, un organismo capace di nascondere o deviare la
conoscenza di altri modelli, ci troveremo di fronte a una massa di
governati (popolo) che non ha alcuna possibilità di pensare ad altro
all'infuori di quello che già conosce e che viene costantemente
propagandato, talmente propagandato che il modello dato in pasto alla massa
diventa addirittura dogmatico. Siamo di fronte ad un'umanità
storicamente plagiata, che da 3000 anni sbatte la testa alla ricerca della sua
originaria libertà, ma che non può, non sa, o non vuole trovare, e le
soluzioni che gli sembrano valide, quelle che il sistema gli vende a caro
prezzo, risultano vane, fallaci, sono gli errori di sempre, la propaganda di sempre.
Quando una voce si alza a difesa di una vera soluzione, una
voce che propone un modello-altro, l'aspetto dogmatico del paradigma
imposto prende il sopravvento nelle coscienze plagiate, e produce nella
massa un rifiuto esistenziale verso il modello-altro e anche verso colui
che lo propone. I motivi di questo rifiuto sono molteplici, poiché
l'inclinazione dogmatica di un pensiero si realizza attraverso l'impiego di
molti strumenti, tutti inerenti alle tecniche di persuasione di massa. Cosa
fare? Qual è il modo migliore per disingannare le coscienze plagiate e
liberarle dall'unico modello che conoscono? Le risposte le abbiamo, ma per i
motivi sopra descritti sono puntualmente e stoltamente attaccate dai più.
Diciamo solo che la massa sta facendo il gioco del sistema, perpetuandolo
inconsapevolmente, e quando se ne renderà conto rimpiangerà di aver fatto
perdere così tanto tempo alla propria libertà. Poveri figli e nipoti.
Quanto tempo ancora?